Ogni tanto qualcuno dice la verità ma poiché vige il caos pochi danno ascolto, risalto a certe affermazioni. Tremonti: «Certi signori non sanno fare gli interessi dei cittadini ma protestano per i tagli», «basta cialtroneria al Sud». (http://www.corriere.it/politica/10_luglio_02/tremonti-cialtroneria-regioni-sud_0de5d24e-85cb-11df-adfd-00144f02aabe.shtml).

Come dargli torto? La maggioranza di noi, intrisa di una errata cultura della delega attende immobile che le risorse piovano dal celo. Siamo nel 2010 e sono trascorsi già 10 anni da quando il Governo è stato concretamente spostato da Roma a Bruxelles, i primi piani POR 2000-’06 dell’UE non sono stati usati come sarebbe dovuto accadere ed ora sono attivi i secondi POR 2007-’13. (http://www.sito.regione.campania.it/agricoltura/psr_2007_2013/psr-home.html) Di cosa si tratta? Di linee politiche sostenute dall’UE finanziate dai Governi nazionali, soldi che vanno a Bruxelles e poi tornano alle Regioni e quindi se le comunità non sono dotate di adeguate risorse culturali ed umane circa competenze, ruoli e funzioni degli Enti territoriali: Regioni, Province e Comuni pochi chiederanno di spendere “misure” già predisposte dall’UE. Si tratta di sostegni anche lo sviluppo culturale, rurale, ambientale, ricerca, innovazione tecnologica, energie rinnovabili etc.

Il problema? La maggioranza dei cittadini e la società non pianificano, non progettano e non pensano minimamente di chiedere fondi già predisposti, pochissimi si interessano su come redigere domande, pochissimi Sindaci e funzionari informano e stimolano cittadini, associazioni, scuole, università per avviare progetti condivisi per il bene comune.

E’ sufficiente cliccare sui siti web istituzionali per scoprire che una bella idea da realizzare probabilmente corrisponde ad una “misura” già coperta da finanziamento ma nessuno si preoccupa di “istruire” la pratica burocratica, pochi funzionari regionali si preoccupano di redigere l’apposito bando e pochi Sindaci cooperano per manutenere il territorio e sostenere l’economia locale.

Il fatto che miliardi di euro rimangano in cassa è la certezza che la maggioranza della società sia poco attiva, poco creativa, poco attenta al bene comune e quindi poco civile.

L’impegno civico, l’informazione, la scuola e la cultura di base sono caratteristiche essenziali per invertire la tendenza negativa dominata dall’apatia politica e per tanto una maggiore diffusione e condivisione di alcuni aspetti burocratici e, soprattutto della consapevolezza del diritto di vivere e creare per il bene comune può essere uno stimolo per pianificare un futuro diverso dal passato.

Le comunità, singoli cittadini ed associazioni, devono acquisire autostima e sviluppare capacità creative e progettuali per attingere alle “misure” già esistenti, si tratta di immaginare un progetto socialmente utile e stimolare, interrogare dipendenti eletti e funzionari pagati coi nostri soldi e compilare i bandi.

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