«A Terzigno cercano il morto», insinua Maroni, e non si capisce se sia una minaccia e di chi stia parlando. Giornali e Tv continuano a pestare sull’argomento “violenza”, sembra che le cattive maniere degli abitanti della Campania non vadano proprio giù: dovrebbero limitarsi ai soliti cortei con canti e balli lasciando cortesemente passare i camion. E’ così che si protesta in democrazia, suonando civilmente i tamburelli senza ottenere mai nulla, altrimenti si è dei facinorosi violenti. Non posso non pensare alla Valsusa e ai maestri di vita che vivono colà. Tra le persone che più ammiro al mondo.

Ma non posso neppure far finta di non vedere la disparità di trattamento che i cittadini di Terzigno ricevono rispetto ai loro sodali piemontesi: anche questi ultimi sono stati accusati di “violenza” e di “infiltrazioni”, ma obiettivamente si faticava a credere a migliaia di anarchici da centri sociali in cima ad impervie montagne. La Valsusa ricevette molta più solidarietà dal resto del Paese, o almeno le critiche furono nel merito della protesta (Tav sì o no) e non verso le popolazioni. I campani subiscono tutt’altra stampa. Sono meridionali, e quindi: incivili, terroni, teste calde, uomini delle caverne, camorristi, mafiosi, prezzolati, omertosi, gente che sguazza nella monnezza.

Questi i commenti che si leggono in giro, insieme a incitamenti ad andarli a menare, a sparargli, a farne strage così la piantano. Producono tanta monnezza proprio perché sono bestie, si sa, che se la smazzino senza tante storie. Nessuno riflette sul fatto che, se la monnezza del Nord se la fossero smazzata al Nord invece di riempire la Campania, adesso i napoletani avrebbero mille comode discariche per i loro rifiuti e non dovrebbero buttarli nei parchi. Ma invece no, il Nord è pulito e profumato, chissà per quale miracolo senza ombra di monnezza in giro. Sarà che son civili.

La prepotenza del potere viene esercitata con molta più facilità se si riesce ad inculcare alla gente che le vittime di tale prepotenza siano incivili e subumani. Ora Bertolaso propone trattati: bene fanno i sindaci campani a non firmare nulla. Quando si propone un trattato ad “incivili” è perché si ha già l’intenzione di non rispettarlo, la storia insegna, Toro Seduto potrebbe raccontarcene parecchie. La storia indiana è costellata di trattati in cui si concedevano terre agli indiani «finché l’acqua scorrerà e l’aquila volerà», riuscite da soli ad immaginare quanto venissero presi sul serio dai governanti anglosassoni simili trattati firmati in pompa magna fumando il calumet della pace.

Carta straccia, bambinate, roba per tener buoni i capi indiani per qualche mese. Tutti i trattati venivano infatti regolarmente infranti, che valore volete avessero, quando la controparte è gente incivile che vive in tenda? «Semplicemente non è possibile per gli indiani obbedire o anche solo comprendere qualunque trattato; io sono assolutamente convinto che la sola strada che abbiamo per avere la pace in Colorado sia di ucciderli tutti» (colonnello John Chivington, 1864). Allora ricordiamoci di stare all’erta. Quando una popolazione disturba, e viene dipinta da più parti come “incivile” e “antidemocratica”, dovrebbe suonare un campanello. Stanno per fargli la guerra, e vogliono il nostro appoggio o almeno la nostra quiescenza. Ci sta bene di farci manipolare così?

(Debora Billi, “Terzigno, la Valsusa e Toro Seduto”, dal blog “Petrolio”,  http://petrolio.blogosfere.it/, ripreso da “Megachip”, www.megachipdue.info).

Fonte: Libre

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