Nucleare? No, grazie, avevamo scherzato

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Dopo avere passato oltre un mese ad arrampicarsi sulle superfici di specchi troppo lisci, dopo avere mandato allo sbaraglio in Tv e sui giornali improbabili rappresentanti del mondo scientifico pervasi di cocente imbarazzo, dopo avere tentato di tergiversare laddove non esistevano spazi né margini, anche il governo italiano si è visto costretto a prendere atto del fatto che la catastrofe di Fukushima ha messo una definitiva pietra tombale sulla fallimentare esperienza della produzione energetica per mezzo del nucleare.

Nucleare: il governo fa retromarcia… a metà

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Palazzo Chigi ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus l’abrogazione di tutte le norme per la realizzazione degli impianti. Ma ci sarebbe il trucco. Secondo il WWF "si abrogano solo le disposizioni sottoposte a referendum ma non l’intero complesso di norme sul nucleare". Un modo come un altro per depotenziare i referendum del 12 e 13 giugno.

Stop al programma: inserita nella moratoria l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di nuovi impianti. E potrebbe decadere il referendum.

La morte di un eroe del nostro tempo

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La morte di un eroe del nostro tempo, che, sempre di più, avrà bisogno di eroi. Vittorio Arrigoni è stato ucciso perché chi uccide non tollera testimoni. Ma anche perchè la spirale di follia in cui questo mondo sta scivolando richiederà sangue sull’altare dei potenti. Il modo migliore di onorare la sua memoria sarà quello di prepararci a fronteggiare un’ondata di violenza che sarà proporzionale alla gravità della crisi in cui si dibattono i poteri che hanno condotto il pianeta nella tempesta che è già cominciata.

In Italia il 47 % dell’acqua si spreca prima di usarla

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Dai recenti dati diffusi dall’Istat sul consumo idrico in Italia emerge che alle insane abitudini degli italiani, che sprecano l’acqua come se fosse inesauribile, si affiancano le condizioni pessime in cui versa la rete di distribuzione. Fino al 47% dell’acqua potabile, infatti, viene dispersa prima di arrivare nelle case.

Fukushima, un anno per uscire dall’incubo. Sarà vero?

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Un anno intero, per sperare che il mostro nucleare si plachi. E’ l’annuncio della Tepco, la società energetica responsabile del disastro di Fukushima: ci vorrano dai sei ai nove mesi per arrivare a un «controllo completo» della centrale atomica giapponese colpita l’11 marzo dal terremoto e dallo tsnunami che ha messo fuori uso gli impianti di raffreddamento dei reattori. Finora la Tepco non ha azzzecato nessuna previsione, ha comunicato dati parziali e tardivi, ha taciuto a lungo.

Condannati alla crescita

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Dopo la tragedia di Fukushima sono state avanzate le soluzioni più svariate: centrali nucleari “sicure” di terza o quarta generazione, rafforzamento del già consistente apparato idroelettrico e, naturalmente, valorizzazione delle cosiddette fonti di energia “alternative” o “pulite”, fotovoltaico, solare termico, eolico. Non esistono fonti di energia che, usate in modo massivo, non siano inquinanti, in un modo o nell’altro.