Germania: addio al nucleare irreversibile!

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Sancito l’abbandono al nucleare nel Paese economicamente più rilevante d’Europa, dopo un consiglio che ha visto partecipare tutte le forze politiche. Attualmente ricopre il 22% dell’offerta energetica. Si punta tutto sulle rinnovabili
La Germania  sarà la prima potenza industriale a rinunciare completamente all’atomo, che attualmente copre il 22% del suo fabbisogno energetico.

L’altro abitare: un ‘condominio solidale’ a Fidenza (Quarta parte)

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Luca – L’aspetto sociale è quello che è stato detto. L’aspetto economico consiste sia nel mettere insieme le risorse, i consumi e tutto quanto ma anche, non so se è velleitario, lo scardinare il meccanismo che normalmente viene utilizzato nel settore edile che è quello dove lo scopo è spremere denaro dall’investimento. Qui si voleva riportare il tema nel suo alveo di logica e di buon senso. Quindi anche economico perché tocca i processi economici.

Anche il governo svizzero dice No all’atomo

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Un altro paese europeo si appresta a dare il ben servito l’energia nucleare. Questa volta è il turno della Svizzera che ha annunciato il suo addio all’atomo entro il 2034. La decisione è stata formalizzata dal Consiglio federale: “Gli impianti esistenti dovranno essere disattivati alla fine del loro ciclo di vita e non saranno sostituiti”.

Sacerdoti del progresso

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Anche il mito del progresso come qualunque manipolazione psicologica necessita di essere costruito con cura attraverso l’uso smodato della demagogia, il condizionamento del pensiero e la creazione di suggestioni che siano in grado di influenzare l’immaginario collettivo fino al punto di farlo collimare con il disegno di coloro che gestiscono il potere.

L’impianto nucleare di Sessa Aurunca: 23 anni per chiuderlo e mezzo miliardo di euro

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Alla stazione quando chiedi per la centrale, la evocano con misura, distanza, quasi paura. Da queste parti lo chiamano mostro, l’impianto che ha smesso la sua attività nel 1978, dopo 33 anni è ancora lì ad agitare paure e timori della popolazione, nonostante le precauzioni di chi la gestisce. E’ chiusa, ma aumentano i costi di gestione, prelevati dalle tasche dei cittadini. Siamo a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ai confini con il Lazio.