L’incantesimo è frantumato, il mito della crescita infinita si è schiantato contro le evidenze dei limiti fisici del nostro pianeta. La saggezza dei cicli naturali della biosfera è stata sconvolta e svuotata dall’uomo, dal suo incedere miope e vorticoso.

La nostra prospettiva di futuro si è assottigliata, l’indeterminatezza del tempo che verrà manifesta ogni giorno la sua potenza socialmente destabilizzante; non riusciamo nemmeno più ad immaginare, per noi e per i nostri figli, una prospettiva di futuro a lungo termine.

Questa fragilità di prospettiva alimenta conflittualità e genera un’ansia e ci sta portando verso scelte sbagliate, sintomatiche; abbiamo smesso di fare i contadini, non   siamo più capaci di prenderci cura della terra, degli esseri viventi, e di noi che di passaggio   la abitiamo.

Le teorie economiche consolidate assumono i dogmi della crescita illimitata e del libero scambio come cardini ineluttabili. L’evidenza delle ricadute di questi assunti: global warming, desertificazione, avvelenamento dei terreni, impoverimento dei mari, negazione del diritto alla vita in larghi strati della popolazione mondiale,  sono sotto gli occhi di tutti, e appare ogni giorno più evidente come   portino, nella sostanza, ad una riduzione della capacità della terra di fornire supporto alla vita.

Fonte: Blog di Ezio Orzes

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