In data 17 maggio sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge n.59 sulla riforma della Protezione Civile. Il decreto prevede che lo Stato non rimborserà più ai cittadini i danni derivanti da calamità naturali, nonostante il recente aumento dell’accisa sulla benzina dovesse essere destinato a tale scopo. Da oggi in poi i cittadini dovranno stipulare una polizza di assicurazione ad hoc. Per una beffa del destino, nella notte del 19 maggio un terribile terremoto colpisce l’Emilia-Romagna, provocando morte e devastazione. Pare che il nuovo decreto, bontà loro, non si applicherà ai neo-terremotati emiliani. La normativa non avrà infatti effetto immediato, dato che il decreto legge ha previsto un regime transitorio a fini sperimentali. In ogni caso, mentre la crisi investe sempre di più la società italiana, lo Stato pensa bene di abdicare dal proprio ruolo tirandosi fuori persino dal rimborso dei danni causati dalle calamità naturali, ma non taglia di un euro le ingenti spese militari del Paese oppure i costi della politica, della burocrazia e della corruzione. Insomma, piuttosto che annullare la commessa plurimiliardaria degli F35, rinunciare ai rimborsi elettorali oppure di tassare i capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale, si preferisce sempre di più scaricare costi e responsabilità sui cittadini, che già sono quasi allo stremo. Il governo dei tecnici sta smantellando il Paese, un pezzo alla volta. La vera calamità naturale dell’Italia è la sua classe politica.

Luca Salvi, Mdf Verona

2 thoughts on “La vera calamità dell’Italia è la sua classe politica”

  1. mi sembra pero’ qui una palese contraddizione.
    Sarebbe ora che lo stato SMETTA di ripagare danni causati da gente che costruisce in aree sismiche senza criteri antisismici o peggio direttamente in alvei di torrenti o in frane naturali esistenti da secoli etc etc

    Senza contare che poi i soldi finiscono tutti nelle tasche sbagliate!

    Nei paesi civili (cioe’ ALTRI) in caso di calamita’ naturali lo stato PRESTA dei soldi a un onesto interesse: la gente ricostriusce e poi RIPAGA tutto.

    Mi sembrano ovvi concetti di DECRESCITA

  2. Lo Stato semplicemente dovrebbe vietare di costruire “in aree sismiche senza criteri antisismici o peggio direttamente in alvei di torrenti o in frane naturali esistenti da secoli”. E dovrebbe controllare che i soldi non vadano a finire nelle tasche sbagliate. Ma lo Stato non può abbandonare i cittadini che pagano le tasse. Lo Stato deve invece rivedere completamente le sue priorità ed investire, oltre che nella ricostruzione, nella prevenzione e nella salvaguardia del territorio. Altro che TAV! Questo è un ovvio concetto di decrescita e quello che deve succedere in un paese civile e solidale, non che ognuno si arrangi perchè i soldi sono finiti.

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