Siamo onesti, oggigiorno è estremamente improbabile anche se non impossibile, che un fautore della decrescita non usi un personal computer. Uno degli oggetti che forse rende meglio l’idea di come non sia poi così semplice stabilire cosa è superfluo, di cosa si può fare veramente a meno. Probabilmente la questione si sarebbe risolta agevolmente trent’anni fa, quando non esisteva internet e il pc era visto come poco più di una console per giocare. Ma oggi non è più così, si è passati da una sua funzione utile ad un ruolo necessario in molti ambiti. Si prenda ad esempio il settore scolastico, dove le tecnologie informatiche si sono diffuse da circa vent’anni offrendo risorse didattiche altrimenti irrealizzabili. Non parliamo poi degli ambienti della ricerca medica e scientifica in generale, forse l’unico campo in cui va incoraggiata la produttività, ovviamente al servizio dell’umanità e dell’ambiente. Il pc necessario? Pare di sì, ma forse non a tutti e comunque ci son atteggiamenti diffusi dei quali si può far a meno.

Perchè, ricordiamocelo, il pc è uno strumento nelle nostre mani, non il contrario. Quindi si può far benissimo a meno di utilizzarlo per ore, sacrificando magari una bella giornata perchè dobbiamo seguire pedissequamente gli aggiornamenti del nostro social network preferito. La frenesia di doversi connettere, in una società che porta fortemente alla disconnessione con se stessi e l’ambiente, non si risolve con facebook o twitter. Questo ormai è assodato e provato, le nuove generazioni nonostante questi strumenti, si sentono sempre più sole. Cerchiamo di minimizzare il tempo trascorso davanti ad un monitor e alziamo di più gli occhi verso il cielo, gli alberi, il nostro partner, noi stessi. Passando ad un piano più materiale, occorre evidenziare l’assurdità della rincorsa alla tecnologia che in fin dei conti serve molto più alla logica produttivista che alle nostre reali necessità. All’utilizzatore medio non serve tutta quella potenza messa a disposizione, e sistematicamente incrementata alla luce dell’obsolescenza programmata dei dispositivi.

Questa spinta industriale alla ricerca della maggior perfomance, che si basa su precise istanze psicologiche, è alimentata da alcune grandi aziende di software che mettono in campo sistemi operativi sempre più dispendiosi in termini di risorse. Le nuove versioni fanno magari la stessa cosa, ma la fanno in maniera più accattivante, sono touch, le icone danzano, l’ambiente in cui “ci si muove” è più piacevole, dicono. Fatto sta che tutto ciò ha un costo per le nostre tasche che diventa enorme in termini ambientali e sociali. Sì, proprio sociali, e non mi riferisco solo ai condizionamenti comportamentali. Forse non tutti sanno che il coltan, un mix di columbite e tantalite che si trova in molti dispositivi elettronici, è al centro di sfruttamento minorile e sanguinosi conflitti in Africa. Una situazione senza controllo che va avanti da dieci anni almeno, e ancora oggi non è stato proposto un sistema per regolamentare in maniera seria l’estrazione e la commercializzazione di questa materia. E questo è solo uno dei tantissimi componenti nella filiera industriale. Ora quando vi trovate a dover/voler cambiare il pc, chiedetevi se vi serve davvero l’ultimo pc quad-core touchscreen, oppure dovete soddisfare solo un desiderio recondito persino a voi stessi e che forse col pc suddetto non c’entra nulla.

Se solo le persone sapessero dell’enorme sommerso che c’è dietro una buona parte della produzione industriale ed agronomica oggi presente, dell’impatto su loro stessi e l’ambiente, delle vite sacrificate, delle condizioni disumane, degli agenti tossici. Ma non lo sanno o non gli interessa, perchè altrimenti non si spiegherebbe perchè la vita media di un pc diventa sempre più breve. Qualcuno disse che scegliere di acquistare un prodotto piuttosto di un altro o di niente vale più di un voto in cabina elettorale. Ecco uno degli strumenti per cambiare le cose, forse il più potente. Quindi se proprio dobbiamo cambiare pc come possiamo fare? Se non abbiamo particolari esigenze che esulano dall’impiego medio che può essere vedere un film, manipolare le foto, navigare e scrivere documenti, possiamo rivolgerci al mondo dei pc rigenerati. Un computer con programmi di software libero non costa più di 200 euro, ma si parte da prezzi di 100 euro e meno. In sostanza si tratta di computer dismessi magari da aziende che vengono ripuliti, riparati e in cui si installa appunto software libero. Oppure se già avete un pc ma vi sembra lento, provate a formattare tutto, salvando ovviamente i vostri dati, e installate una delle distribuzioni linux come xubuntu che è veloce, pulita, essenziale e facile da usare. Con questa operazione in mente ci si può rivolgere anche al mercato dell’usato optando per l’acquisto di un pc di qualche anno fa. Oppure ancora ci sono progetti encomiabili che hanno lo scopo di donare a chi non se lo può permettere pc ricondizionati che altrimenti finirebbero nella discarica. Le alternative sono molte, basta fare una ricerca e avere buona volontà.

Fabio Pasquarella

Fonte: Decrescita Felice Social Network

2 thoughts on “Personal computer: vale più scegliere cosa acquistare (o non acquistare), che chi votare”

  1. Sono d’accordo,ma ame preme soprattutto sottolineare l’inizio di questo articolo.
    Certo che tra tv, internet, cellulari di vari tipi, noi passiamo gran parte della nostra vita davanti a un video.Che tristezza.Siamo totalmenti immersi in un universo tecnico,che ha bruciato spazio e tempo da dedicare a se stessi e agli altri.E ,come dice giustamente Ellul, l’ambiente tecnico è diventato il tramite della relazione(falsa) tra gli uomini.

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