Il tentativo ostinato di ridurre la questione del tav ad un problema di ordine pubblico per mancanza di argomenti e dati a sostegno di quest’opera sta raggiungendo il suo culmine: una trentina di incappucciati non identificati dalla polizia fanno più notizia di oltre cinquantamila pacifici cittadini che insieme a decine di sindaci e parlamentari hanno pacificamente sfilato il 26 Marzo da Susa a Bussoleno. In quell’occasione nessun giornale ha dato spazio alla cittadinanza pacifica e maggioritaria della Valle di Susa che ha marciato con la solidarietà di tanti altri cittadini italiani e politici di rango di diversi partiti per ribadire la non priorità di questa folle ed inutile spesa in un momento di crisi gravissima dove ben altri sono gli investimenti da tutti attesi e le urgenze da tamponare.

Ora che il primo ministro, che l’anno scorso nel mese di marzo partecipò direttamente all’assemblea annuale dei soci della CMC la ditta che ha l’appalto da 160 milioni di euro per il tunnel geognostico, può direttamente dalla poltrona del governo spingere l’acceleratore sulla realizzazione del tav al quale neanche più i vicini francesi credono, spuntano degli uomini incappucciati che nonostante le ingenti misure di sicurezza possono avvicinarsi al cantiere incappucciati, senza essere fermati e riconosciuti e per di più portandosi dietro un vero e proprio arsenale da guerra.

Questa strana coincidenza non é nuova nella storia della Repubblica Italiana e riapre inquietanti interrogativi su vicende e modalità di gestione del potere già tristemente vissute nel passato di questo paese.

Noi amministratori e cittadini pacifici e per bene della Valle, avvezzi alle pacifiche e familiari marce in compagnia dei nostri figli e nonni, armati solo di bandiere e della nostra corposa e scientifica documentazione raccolta in tanti anni di studio da esperti qualificati sull’inutilità del tav in Valle di Susa, restiamo basiti da questo sodalizio di ferro tra l’informazione e la politica volti non a cercare la verità ma il sistematico inganno fatto di omissioni, reticenze,di chiusura al dialogo e al confronto con amministratori locali e cittadini, tagliati fuori, esclusi da qualunque possibilità di far conoscere le proprie ragioni, ma al contrario ignorati e da taluni tacciati addiritura di essere i mandanti di ripugnanti atti di violenza che non appartengono neppure lontanamente ai nostri pensieri e al nostro modo di essere.

Questo é il livello ignobile e inqulificabile al quale la politica nazionale é scesa, pensando di risolvere i “suoi” problemi con atti di forza ed ancora peggio ignorando completamente il grido di insofferenza e stanchezza lanciato dai cittadini stanchi e delusi: le impressionanti percentuali delle ultime elezioni che insieme alle astensioni hanno bocciato sonoramente tutti i partiti, soprattutto quelli rimasti al governo negli ultimi quindici mesi e che oggi ci ritroviamo pari pari al governo, sono rimaste lettera morta, i partiti fanno finta di niente come se tutto fosse come prima, come se si potesse ignorare la volontà espressa da una considerevole parte degli elettori, al di là delle difficili alleanze di governo ipotizzabili.

No, mi spiace, non si tratta solo più di un no ad un treno, ma di un no ad una politica irresponsabile, dedita a difendere interessi ed affari personali e di casta ma che non hanno nulla a che fare con i nostri problemi ed il bene comune.

Questo é il vero motivo per cui reprimere ad ogni costo il movimento contro il tav è diventata una priorità di questa classe politica incapace, litigiosa ed arrogante, purtroppo inadeguata a fronteggiare i seri problemi in cui ci dibattiamo.

Pertanto l’unica via di uscita é una nuova e sempre più forte cittadinanza attiva, dove ognuno deve fare la sua parte ed interessarsi al bene comune, vincendo la sfiducia e l’indifferenza perché per ogni spazio lasciato libero dal nostro impegno c’é chi é pronto ad occuparlo ai danni nostri e della collettività.

Restiamo vigili e tenaci nella nostra azione non violenta e determinata, partecipiamo, non chiudiamoci nella nostra vita privata, sentiamo la responsabilità individuale di essere sempre presenti, di non delegare ad altri la difesa della nostra libertà e dei nostri diritti, solo così facendo potremmo risollevarci ed il tempo darci ragione.

Dario Fracchia, sindaco di S.Ambrogio di Torino e cittadino indignato

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