Una lettera al ministro per l’Ambiente, Andrea Orlando, che ha sostenuto la necessità di realizzare due inceneritori tra Napoli e Salerno. La lettera l’ha scritta Vincenza Cristiano, un’architetto che abita nella Terra dei fuochi, la zona a nord di Napoli assediata dai roghi e dai rifiuti, ed è stata pubblicata dal giornale on line www.paralleloquarantuno.it

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI TOSSICI – «Lei ha detto, gentilissimo ministro, che la strada maestra rimane quella di trovare un consenso territoriale, adoperando almeno due inceneritori: a Napoli e a Salerno – scrive Vincenza Cristiano – ma questo consenso non potrà trovarlo percorrendo questa strada, perché ancora una volta si vuole confondere il problema vero, quello dei rifiuti tossici industriali, con quello dei rifiuti urbani. Qui stiamo morendo più che altrove. Qui ci stiamo ammalando oltre ogni umana immaginazione. A nome di una popolazione martoriata e bistrattata, le chiedo innanzitutto di documentarsi sul vero problema: i rifiuti tossici industriali illecitamente sepolti nelle nostre campagne o impunemente dati a fuoco».

ECCO COSA BISOGNA FARE – Vincenza Cristiano invita anche il governo a fare di più: «Non si provvede ad avviare, con serietà e celerità, un’ azione investigativa di intelligence. Basterebbero sei mesi di seria investigazione per risalire agli sversamenti delle aziende e alla manovalanza adoperata per interrare i rifiuti industriali o per appiccare i roghi anche diverse volte al giorno, senza tregua. Quello che occorre, è semplicemente una volontà sana e irreprensibile, cosa che al momento non riscontriamo». Necessario anche un inasprimento delle pene nei confronti di chi commette reati ambientali e indagini mirate: «Noi chiediamo con urgenza che venga avviata la tracciabilità dei rifiuti con il monitoraggio satellitare dei tir per fermare i flussi degli sversamenti industriali illeciti – spiega Cristiano – l’intensificazione dei controlli e il presidio dell’intero territorio con l’incremento delle forze armate e l’inasprimento delle pene per chi commette reati ambientali assimilandoli a quelli di criminalità organizzata. Tutto ciò sarebbe un ottimo deterrente per arginare un fenomeno che ci sta portando a una vera e propria ecatombe, insieme all’individuazione e alla bonifica delle aree avvelenate».

Redazione online

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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