Esiste un modo legale per avere le cose di cui abbiamo bisogno senza doverle pagare: benvenuti nel movimento Freegan.

Freegan è l’acronimo delle parole free (libero) e vegan (rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali) creato dall’attivista Alan Weissman. Come egli stesso sostiene: “qualsiasi cosa tu compri al supermercato, io la trovo nel cassonetto tre ore dopo”.

Il movimento nasce nell’area metropolitana di New York intorno alla fine degli anni novanta, come risposta al consumismo imperante che dilaga in occidente. I freegan, infatti, non spulciano la spazzatura per necessità, la loro è una filosofia di vita. Una scelta, una provocazione: contestano, in questo modo, gli sprechi che ci sono nella nostra società.

Cibo, libri, vestiti, mobili: tutto si butta quando è ancora in grado di funzionare perfettamente. E allora decidono di non comprare. Disertano il consumo. Aggiustano tutto quel che trovano e lo scambiano in modo gratuito. Raccolgono anche quanto di commestibile cresce nei parchi urbani e talvolta si fanno dei piccoli orti.

Il dumpster diving (recupero di rifiuti ancora utilizzabili), rappresenta la loro attività più conosciuta. Privilegiano i cassonetti vicini ai supermercati dove è possibile trovare enormi quantità di cibo ancora confezionato, in scadenza o semplicemente appena ammaccato.

Ma non è l’unica attività, esiste infatti una rete in continua espansione di luoghi, reali e virtuali, dove è possibile scambiare oggetti in modo gratuito. Il più famoso è sicuramente Freecycle, un network per il riutilizzo dei beni, alternativo alle discariche, che promuove il regalo di tutto ciò che può essere riutilizzato e riciclato, attraverso centri di distribuzione in tutto il mondo.

Con la loro azione, i freegan, lanciano un messaggio ben preciso: produrre di meno e consumare meglio. Senza contare il valore del comportamento individuale. Come dice lo scrittore Tristram Stuart: “Compra solo ciò di cui hai davvero bisogno, e mangia tutto quello che compri”.

Arturo Carlino

Fonte: GreenMe

 

One thought on “Chi sono i Freegan?”

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