Forse non ne siamo pienamente consapevoli ma il cammino della decrescita felice ha una grossa responsabilità. Che lo si sappia o meno.

Come il seme che resta nascosto nella terra, al buio, e fa il suo lavoro per diventare quello che è, allo stesso modo il movimento per la decrescita felice è un seme piantato nell’animo di molte persone.

Non diciamo nulla di nuovo ma svegliamo, attiviamo quello che tutte le persone portano dentro, e che spesso non lo sanno oppure non lo vedono. Perché sono troppe centrate su problemi esterni imposti dal sistema. Oppure perché l’attenzione deve essere posta su un modo di pensare omologato ed unilaterale che spegne le unicità delle persone.

Eppure il movimento per la decrescita felice si basa proprio su quest’opera di liberazione interiore che apre le porte ad un potente farmaco dell’anima: la creatività.

In un periodo di forte crisi in ogni settore, insegnare il saper fare è un potente mezzo per attivare aree del cervello che altrimenti – secondo gli standard del sistema imposto – resterebbero spente e perse. Perderemmo pezzi di cervello. Saper fare con le mani ha poteri immensi sulla nostra mente e può aprire possibilità nuove anche dal punto di vista lavorativo.

Riscoprire il valore del tempo e saperlo usare includendovi anche gli affetti è quello che sempre più persone ricercano nelle loro vite sempre meno di cose e più desiderose di relazioni.

Il desiderio legittimo di focolari familiari, di vita vissuta si sta risvegliando piano piano dal torpore di questi anni anestetizzati da false promesse di progresso.

La voglia di mangiare cibi sani e non inquinati, possibilmente a KMzero, risveglia in noi la voglia di cose buone e sane e ancora di più ci fa riscoprire l’importanza della natura che non è più un accessorio ma un co-protagonista molto importante delle nostre vite. E allo stesso tempo tale desiderio risveglia la creatività di persone che vogliono fare di tale impulso un mestiere per poterne trasmettere i valori nel tempo. E’ un grande atto di consapevolezza e responsabilità.

Riscoprire il “naturale” nelle proprie vite, non è nulla di nuovo lo hanno detto i saggi di tutti i tempi di oriente e di occidente, eppure noi uomini e donne del progresso lo abbiamo quasi del tutto smarrito.

Il movimento per la decrescita felice ha questa immensa missione scritta dentro di se, magari senza saperlo, ma fondamentale: risvegliare il bello, il naturale, il sano che abita in ognuno di noi e che è coperto da cenere ed incrostazioni di decenni di lavaggio del cervello mediatico.

Si tratta di passare da una visione posata sull’esterno ad una posizionata sul proprio mondo interno.

Allora la partita cambia radicalmente e nascono occhi nuovi.

Alessandro Lauro

 

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