Una casa che produce più energia di quanta ne consumi? Non è un sogno, in Germania è realtà. Energie-Plus Haus è il risultato di un progetto, supportato dal governo tedesco, avente l’obiettivo di valorizzare al massimo la bioedilizia, l’efficienza energetica ed il settore delle rinnovabili. Un esperimento che partirà quest’anno al numero 87 di Fasanenstrasse, a Berlino, e che, se avrà i buoni risultati che ci si aspetta, potrà dare un supporto decisivo a settori come quello dell’edilizia e dell’auto. Un viaggio nelle case del futuro, che ci permetteranno di fare anche il pieno di elettricità alla nostra auto o al nostro motorino. Senza scordare però che la bicicletta ci può portare ancora più lontani.

Dalla Germania una nuova idea rivoluzionaria. Si chiama Energie-Plus Haus: la casa che produce più energia di quanta ne consumi. È la nuova idea tedesca per combinare le nuove tecniche della bioedilizia e dell’efficienza energetica al design architettonico. Il tutto per sfruttare al meglio le fonti rinnovabili. Una casa in cui tutte le pareti esterne sono coperte da pannelli fotovoltaici, e nella quale a fornire energia e riscaldamento ci pensa anche una pompa per l’assorbimento del calore della terra.

Non solo: tutti i materiali utilizzati per costruire l’edificio sono completamente riciclabili. Energia autoprodotta o usata in modo efficiente, comprensiva anche di quella necessaria alla ricarica dell’auto elettrica. Un progetto in cui il governo federale ha deciso di investire circa 3 milioni di euro.

Questo piano, fortemente supportato e promosso dal ministro dei Trasporti Peter Ramsauer, prevede l’insediamento di un appartamento di 130 metri quadri calpestabili da parte di una famiglia volontaria che, nell’arco dei prossimi mesi, sperimenti quotidianamente l’efficacia dell’abitazione di Fasanenstrasse, nel west-end berlinese.

L’appartamento è stato pensato per i bisogni di una famiglia media: genitori e due figli. Il tutto è infatti nato dal calcolo dei consumi medi delle famiglie tedesche. In base a ciò, la casa del futuro potrà produrre il doppio dell’energia utilizzata al suo interno. Compreso ‘il pieno’ per la propria auto (elettrica) in garage. Con l’appartamento è infatti previsto anche un posto auto, presso il quale parcheggiare e ricaricare la propria automobile, sempre con l’energia prodotta dalla casa.

A vincere il concorso federale per il progetto di casa del futuro è stato lo studio ingegneristico Werner Sobek, già in contatto non solo con il mondo dell’edilizia tedesco, ma con alcuni dei maggiori costruttori automobilistici del Paese (VW, Bmw, Mercedes ed Opel), tutti interessati ad un mercato dell’auto elettrica ancora tutto da esplorare.

Non solo auto però: nella casa-prototipo di Fasanenstrasse la test-Familie che vivrà al suo interno riceverà in dotazione anche motorini elettrici e, per chi ancora volesse usare le sue gambe, biciclette. Non solo per una questione di coerenza, nel momento in cui si vuole fare qualcosa di buono per l’ambiente. Ma anche perché Berlino, nonostante le sue dimensioni, risulta essere una città pienamente fruibile anche da chi l’auto, elettrica o a petrolio che sia, non la vuole proprio usare.

C’è ora da calcolare quanto potrà costare l’acquisto o l’affitto di un appartamento di questo tipo. Un aspetto decisivo, sia per il possibile successo di una tale iniziativa che, sotto certi aspetti, per l’avvenire del mercato immobiliare del futuro. Molto importanti anche le ripercussioni che tutto questo avrà sul settore energetico e soprattutto su quello dell’auto.

Ma come l’esperienza delle case passive ha dimostrato (in Germania ed in altri Paesi del centro-nord europeo) la possibilità di nascita di mercati paralleli a quelli ‘tradizionali’, così Energie-Plus Haus potrà presto avviare una serie di circoli virtuosi di carattere economico ed ambientale che, a differenza di idiozie come il Piano casa nostrano, puntino concretamente a sfruttare le numerose opportunità e le infinite possibilità di miglioramento che il futuro, in diversi campi, già ci riserva.

E in Italia? Tra abusivismo ed inefficienza energetica, si rinnova di anno in anno il desiderio di molte persone ed Enti locali di fare dell’esterofilia del popolo italico una capacità di imitare, almeno in piccola parte, una serie di esperienze già avviate che all’estero possono presto dare ottimi risultati. La volontà di diverse categorie di professionisti sembra di ferro, in un Paese almeno in apparenza sempre più inamovibile.

Per gli architetti italiani, ad esempio, è "indubbio che occorra un rilancio del settore edile, profondamente in crisi, così come risulta ormai indifferibile la semplificazione delle procedure amministrative dello stesso settore", ma "appellarsi all’articolo 41 della Costituzione sulla libertà d’impresa non può essere giustificazione per mettere mano a riforme disorganiche, incapaci di affrontare in modo strutturale i motivi di crisi del comparto, e che suonano come sanatorie per chi ha edificato abusivamente al di fuori di qualsiasi controllo urbanistico o ambientale".

Insomma per ora da noi il dibattito si arena, sempre grazie al Piano Casa 2011, in questioni come aumento delle cubature e deregulation nel lavoro. Salvo imprevisti, quindi, da noi il futuro rimarrà tale ancora per un po’.

Fonte: Il Cambiamento

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