Sale l’allarme per la centrale nucleare di Fukushima Daiichi: danni superiori alle attese potrebbero infatti costringere a rivedere il programma di stabilizzazione messo a punto dalla Tepco, che prevedeva un periodo di sei-nove mesi. A preoccupare è in particolare il reattore n.1, il più danneggiato dal terremoto/tsunami dell’11 marzo scorso.

Il combustibile nucleare all’interno del reattore n.1 potrebbe essersi in gran parte fuso e sbriciolato, dopo essere rimasto completamente esposto senza refrigerazione per la mancanza di acqua, il cui livello all’interno del contenitore di pressione è risultato molto inferiore a quanto ritenuto finora. La fusione sarebbe avvenuta poco dopo che lo tsunami ha raggiunto l’impianto, come si legge in un comunicato stampa pubblicato ieri dalla Tokyo electric power.

Nonostante l’immissione quotidiana di 150 tonnellate di acqua, il suo livello all’interno del reattore numero 1 rimane estremamente basso, come ha spiegato un operatore sottolineando che non si esclude la possibilità di una crepa nella struttura. Nei sotterranei dell’edificio che ospita il reattore 1 è stata trovata una notevole quantità di acqua. L’ipotesi è che si tratti di liquido altamente radioattivo uscito dal contenitore di pressione, danneggiato dalla fusione del combustibile nucleare. L’acqua trovata nei sotterranei spiegherebbe il livello estremamente basso di liquido refrigerante nel reattore, malgrado vi siano state immesse finora oltre 150 tonnellate di acqua.

Nel bollettino del 13 maggio la Tepco ha riferito di aver iniziato a realizzare un sarcofago per contenere il reattore n.1.

La mattina del 14 maggio un operaio al lavoro nella disastrata centrale nucleare è deceduto per cause ancora da accertare. L’uomo, di circa 60 anni, era impegnato nei tentativi di riparazione della centrale ed ha perso conoscenza mentre stava lavorando al trasporto di materiali nell’impianto di smaltimento. Un portavoce della Tepco ha dichiarato che sul corpo della vittima non è stata rilevata la presenza di sostanze radioattive, né sono state riscontrate ferite di alcun genere. Al momento la conclusione è che l’uomo sia morto a causa di un collasso.

E mentre a Fukushima la fine dell’emergenza appare ancora lontana, The Ux Consulting Company (UxC), uno dei maggiori fornitori di servizi di consulenza sul mercato globale nel settore nucleare, annuncia il rilascio di un nuovo documento previsionale sull’energia nucleare a livello mondiale dopo l’incidente di Fukushima Daiichi.

Secondo il Nuclear Power Outlook (NPO), pubblicato trimestralmente da UxC, l’incidente di Fukushima ha avuto effetti notevoli sulla crescita futura dell’energia nucleare. Tuttavia, UxC prevede anche che nei prossimi decenni la costruzione di nuovi reattori è destinata a continuare, in particolare in paesi quali Cina, Russia, India e Corea del Sud.

L’energia nucleare però non conviene. Lo ha ribadito il meteorologo Luca Lombroso, perito nucleare ed esperto di cambiamenti climatici, nel corso di un convegno tenutosi l’11 maggio scorso a Reggio Emilia, organizzato dal comitato Vota SI per fermare il nucleare di Reggio Emilia.

Fonte: Il Cambiamento

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