A rivelarlo sono l’Istat e Aqua Italia, l’Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, federata ad Anima-Confindustria. A quanto pare, agli italiani sta sempre più a cuore la provenienza dell’acqua che bevono, sia per una questione di risparmi a livello economico che per il grosso impatto che hanno sull’ambiente la produzione, il trasporto e lo smaltimento di milioni di bottiglie di plastica. Diventa di anno in anno in anno più popolare, di conseguenza, l’acqua che sgorga dai rubinetti di casa.

Secondo l’indagine di Aqua Italia, nel 2010 74 italiani su 100 hanno dichiarato di consumare l’acqua del "sindaco" con un incremento di quattro punti percentuali rispetto a quattro anni prima. Quello che una volta era considerato il Paese dei consumi record di acqua minerale sta cambiando abitudini. La conferma arriva anche dal dato sulla frequenza di utilizzo: un individuo su tre dichiara di berla "sempre", passando dal 40 per cento circa del 2008 al 46 per cento del 2010.

Secondo l’Istat negli ultimi 10 anni, è cambiato il giudizio sulle acque di rubinetto e si sono fortemente ridotte le diffidenze: le famiglie con un giudizio negativo sull’erogazione passano, infatti, dal 16,2 nel 2001 al 10,8 per cento nel 2010. Anche le famiglie che annoverano al proprio interno uno o più membri che non esprimono fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto diminuiscono dal 42 per cento nel 2001 al 32,8 nel 2010.

Si passa quindi ad un consumo più variegato per l’acqua da tavola in cui l’acqua potabile ha acquisito pari dignità rispetto a quelle imbottigliate. Le ragioni sono molteplici: per il 29,8 per cento degli intervistati il gusto è quello che delinea la scelta (quindi la qualità organolettica delle acque potabili è migliorata). A seguire i maggiori controlli percepiti rispetto alla minerale in bottiglia (20,4 per cento), la comodità di non dover più trasportare casse di acqua dal supermercato fino a casa (20,2), il risparmio economico che va dalle 300 alle 1000 volte rispetto alla bottiglia (16,3) e l’attenzione verso l’ambiente (13).

Secondo questa ricerca l’attenzione all’ambiente nella scala che indirizza i cittadini verso le acque del rubinetto è il fanalino di coda ma invece i vantaggi ambientali che si hanno con l’acqua a "km zero" non sono da sottovalutare. Del resto aumentano i consumi di acque potabili e diminuiscono le minerali che nella filiera produzione-distribuzione provocano numerosi impatti ambientali.

Nel 2009 il 63,4 per cento delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale contro il 67,6 del 2000. L’Istat inoltre non ha ravvisato particolari differenze di comportamento lungo lo stivale a conferma di un gradimento diffuso dei cittadini italiani verso risorse idriche presenti sul territorio, il che impegna ancor di più i gestori a migliorare la qualità della risorsa idrica che arriva nelle nostre case.

Fonte: Coopambiente.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *