Vuoi vivere con mille euro al mese in quattro coltivandoti i tuoi ortaggi? Non puoi, anche se vivi nella campagna umbra. Lì, infatti, non solo non puoi irrigare il tuo orto con l’acqua di falda, ma non ci puoi nemmeno lavare i piatti, talmente è inquinata. È l’Italia in cui si finge di compensare gli sprechi con l’Imu, dove c’è chi preferisce morire di inquinamento che “morire di fame”. Ma anche di chi vede peggiorare le sue condizioni proprio a causa di un ambiente sempre più avvelenato – guarda caso dagli stessi che hanno convinto le masse che senza veleni non si può più vivere.

Riportiamo di seguito la toccante lettera di una amica che, dall’Umbria appunto, ci rivela una situazione a dir poco inquietante:

Caro Maurizio,

Ti scrivo perché siamo disperati, e voglio metterti al corrente di ciò che sta accadendo. Noi abitiamo nel cuore verde d’Italia (in Umbria), ma la nostra povera terra adesso puzza di trielina. Ci hanno inquinato la falda con la quale, da 40 anni, irrighiamo la nostra terra, che è poca, ma ci ha dato sempre da mangiare, soprattutto adesso che campiamo, in 4, con 1000 euro al mese.

Nell’acqua ci sono valori molto alti di Tetracloroetilene (44 micron/litro, contro la soglia massima che è 10), e quindi è inadatta anche per lavare i piatti.Il bello è che lo abbiamo scoperto quasi per caso: 15 anni fa, sempre in seguito ad accertamenti, abbiamo appurato che l’acqua aveva un tasso elevato di nitrati; abbiamo supposto che gli organi competenti avrebbero non dico bonificato, ma almeno vigilato. Recentemente abbiamo sentito la necessità di aggiornarci, anche considerando che, avendo due bambini di 3 e 6 anni, l’autoproduzione non riguarda solo l’aspetto economico della nostra famiglia, ma anche  e soprattutto il desiderio di portare a tavola alimenti stagionali e genuini.

Adesso la terra è morta. Avvelenata. È uno scheletro che ci guarda. Dobbiamo buttare via tutto, la passata, i surgelati, i sottoli, sottaceti, tutto via. Sembra che il sindaco di Perugia abbia, a suo tempo, fatto un comunicato dove si vietava l’uso di questa acqua. Ma, in pratica, non lo sa nessuno, e tutti qui intorno continuano serenamente ad usarla per irrigare gli orti. Orti e terreni, perché ci sono campi di grano, orzo, girasole, granoturco… ortaggi vari, che vengono venduti a mercati e supermercati. Di conseguenza, rischiamo di andare a comprare (visto che non possiamo più coltivarceli) i prodotti dei nostri vicini, irrigati con la stessa identica acqua. Infatti la falda inquinata è molto grande; considera che in 40 anni non siamo mai rimasti senza acqua per irrigare, nemmeno nelle estati più secche.

Quando mi riprenderò dalla batosta, quando riuscirò a smettere di piangere, molto probabilmente sporgeremo denuncia contro ignoti (anche se i sospetti ci sono, qui c’è un’industria chimica e una grande lavanderia industriale). Intanto continuiamo a pagare la motozappa comprata l’anno scorso, paghiamo l’Imu al 7 percento, e ci chiediamo se è meglio il chilometro 0 o quello 10.000.

Scusami per lo sfogo, ma la notizia è di ieri sera… sono ancora sotto shock e brancoliamo nel buio.

Ciao,
Antonella

di MAurizio Pallante e Andrea Bertaglio

Fonte: ilfattoquotidiano.it

One thought on “Niente orti nell’Umbria dei veleni”

  1. Sono Antonella, l’autrice della lettera. Vorrei ringraziare MDF per aver divulgato questa triste situazione.

    Che aggiungere… stiamo ancora raccogliendo informazioni, a tutt’oggi i pareri di enti ed esperti del settore sono discordanti. Alcuni ci hanno detto che il tetracloroetilene è una sostanza volatile che in parte si disperde nell’aria, e potremmo pertanto continuare ad innaffiare. Altrove (arpa Piemonete) ho letto che, proprio perchè è volatile, viene assorbita anche dalle foglie, e quindi l’acqua non è adatta per l’orto. L’ISS ha vietato l’uso di acque contaminate a scopo precauzionale (benchè in zona ci sono numerosi campi che riforniscono i supermercati), ma la Usl del perugino non ci ha ancora fornito dati più precisi, e stiamo ancora aspettando.

    Gli amici del gas hanno suggerito di fare analizzare degli ortaggi annaffiati con questa acqua, e sicuramente faremo così.

    Però non è giusto che dobbiamo essere noi cittadini a dover indagare, analizzare, informarci e informare, perchè anche in questo momento stiamo pagando chi dovrebbe farlo. Inoltre il mio interesse è circoscritto alla zona in cui vivo, ma che dire del resto dell’Umbria, e dell’Italia?
    Antonella

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