Gli orti e giardini condivisi di Roma sono aumentati del 50 % in un anno, passando da 100 a 150. In quasi ogni quartiere della città i cittadini, davanti all’incuria dello spazio pubblico e del verde urbano, si sono rimboccati le maniche ed hanno recuperato le aree abbandonate per restituirle all’uso pubblico.

Sono i dati dell’aggiornamento 2013 della mappa on line di Zappata Romana (www.zappataromana.net), visitata ogni anno da oltre 30 mila persone, nella versione in italiano ed in inglese, per trovare informazioni, linee guida e manuali su come fare. La mappa riporta per ogni esperienza la localizzazione, un breve testo, una fotografia e, quando possibile, i contatti.

Il messaggio alla base del lavoro di Zappata Romana “si può fare” sembra essere stato accolto dai romani che, davanti all’inerzia della Pubblica Amministrazione, hanno deciso di “fare” qualcosa per se stessi e per il resto della comunità, non solo orti e giardini ma anche campi di calcio, palestre, basket, aree cani o, semplicemente, la manutenzione del verde.
A Roma come Londra, Barcellona e Berlino, nonostante l’assenza (per usare un eufemismo) di un ruolo propulsivo capitolino, lo spazio pubblico e le aree verdi sono il campo di sperimentazione di nuovi modelli di spazio pubblico a contatto con la natura per aumentare il capitale sociale della città restituendo aree abbandonate a tutta la cittadinanza in forma di spazi di relazioni.

“Daje” e “Daje” prima o poi si capirà l’occasione che gli orti e giardini condivisi possono rappresentare per la città.

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