Siamo alcuni ragazzi del circolo MDF di Torino. Personalmente condividiamo molte delle ragioni che stanno alla base delle proteste di questi giorni (corruzione e sbando della classe politica, globalizzazione, finanza e mercato selvaggi che strangolano il piccolo commercio locale e le nostre vite, difesa della costituzione, etc), anche se non abbiamo aderito come circolo perché le risposte che vengono date non ci trovano pienamente d’accordo, in parte nei contenuti (si fa di tutta un’erba un fascio, senza metterci in discussione come cittadini) e perlopiù sui metodi che ne sono derivati (anche se non erano quelli proposti dagli organizzatori: far chiudere negozi con la forza, etc.). Molti di noi sono andati in piazza in questi giorni e hanno cercato di parlare e confrontarsi con la gente che protestava per capire meglio e per cercare di dare un nostro contributo all’andamento della protesta. Ed abbiamo trovato tante persone normali (non le solite facce di sinistra o destra che sia), di estrazioni fra le più variegate, giustamente indignate, con cui abbiamo potuto dialogare… e che abbiamo ascoltato con attenzione e da cui abbiamo imparato varie cose…
 E’ chiaro contro chi si sta protestando. Ma per che cosa si protesta? Quale alternativa viene proposta?
Se non abbiamo chiara la proposta alternativa rischiamo infatti che, una volta mandati tutti a casa, ci ritroviamo qualcuno addirittura di peggiore (senza poterlo controllare, perché non abbiamo in mente un progetto!). Non basta cambiare il pilota (i politici) per risolvere i problemi del paese, ma pensiamo che la macchina su cui stiamo viaggiando (il sistema socio-economico odierno basato sulla crescita infinita ed indiscriminata della produzione di merci, che va a vantaggio di pochi e sfrutta tutti gli altri sempre più, pianeta terra compreso) sia il principale problema e che se non verrà messo in discussione (proponendo un’alternativa migliore) il solo cambio del pilota non servirà a nulla, o potrebbe addirittura peggiorare le cose.
Inoltre, questo sistema non è forse composto da tutti noi? Non siamo tutti noi che in diversa maniera facciamo quotidianamente rifornimento a questa macchina che poi strangola il nostro futuro?
La maniera per proseguire questa protesta, non per una settimana o un mese ma per anni, non potrebbe forse essere quella di boicottare tutto ciò contro cui adesso stiamo protestando? Potremmo da domani in poi andare a fare la spesa al mercato (o tramite un gruppo di acquisto solidale) comprando prodotti locali invece che al supermercato, dal piccolo negozio di mobili invece che da IKEA, potremmo mettere i nostri risparmi in una banca etica, etc.
Forse è solo con una rivoluzione culturale che parte dal basso, dai nostri comportamenti quotidiani, che possiamo portare avanti la rivoluzione che ora sta girando per le strade…
Facciamo parte di un’associazione che si batte da anni per un altro modello di sviluppo (Movimento per la Decrescita Felice; che non vuol dire recessione, o che l’economia non deve crescere, ma che bisogna riorientare il sistema non più alla crescita economica fine a se stessa – deleteria per noi ed il pianeta – ma al benessere degli esseri umani) e ci sono tante altre associazioni che si stanno battendo in maniera diversa in questa lotta.
Proponiamo al “movimento 9 dicembre”, a tutti quelli che sono ora a protestare e hanno voglia di discutere su queste tematiche, su che alternativa proporre, di trovarci per discutere insieme. Vi interessa?

 Apprezziamo il coraggio di spegnere il televisore, rinunciare a giornate di lavoro per andare in piazza a dire la vostra,

 Circolo per la Decrescita Felice di Torino (Gruppo Politica)

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