Se desideriamo veramente cambiare l’attuale situazione globale bisogna agire su elementi di maggiore profondità. E’ necessario cambiare lo sguardo sul mondo e sulle cose. Ma prima ancora è necessario cambiare lo sguardo dentro di noi.

L’epoca industriale e post industriale basata esclusivamente sull’economia intesa come perseguimento del profitto come unica garanzia di vita e benessere volge verso la fine. Quanto sarà lunga e come accadrà tutto questo non ci è dato saperlo. Molto però dipende da ognuno di noi e da tutti noi insieme.

Volendo fare un film degli ultimi dieci anni, pur non avendo risolto il problema ecologico, possiamo dire che molte cose positive sono state fatte e vengono messe in atto. Non è poco e non è neanche tanto. Ma ci consola il fatto che volere è realmente potere.

Il dibattito ecologico è oramai sempre di più al centro delle discussioni ed eludere il problema è impossibile. Anche la stessa economia basata sui grandi consumi, per sopravvivere deve dichiararsi sempre di più green, vegan, senza vari oli, specificando e giustificando sempre di più la propria attenzione verso la natura. Sono segnali, ancora insufficiente, ma segnali importanti.

Il fulcro di tutto restiamo sempre noi umani, noi esseri che per molti secoli abbiamo commesso l’errore più importante di tutti: ritenerci superiori perché capaci di usare la ragione. Soprattutto dalla rivoluzione industriale in poi, l’assolutizzare questa idea, ci ha condotti ad una fede cieca verso ogni forma di progresso e ogni forma di novità. In sostanza abbiamo abbandonato, sempre di più e senza discernimento, la nostra parte trascendente.

Abbiamo dimenticato che esiste in ognuno di noi un “oltre” che alcuni chiamano Dio, altri lo identificano in altri nomi e situazioni, ma che ci richiama ad una dimensione più misteriosa, sacra, oserei dire cosmica. Abbiamo perso il nostro rapporto con i miti, le immagini ed il sacro.

Il dimenticare tutto questo ci ha fatto smarrire la nostra visione del mondo, schiacciando la nostra attenzione solo sul concetto di mondo visibile e quindi sempre di più su noi stessi.

Quello che occorre oggi, sempre con maggiore urgenza , è recuperare il concetto di persona. Ove questo non consiste principalmente o esclusivamente nella capacità di esercitare la ragione ma nella capacità di creare relazioni.

Con chi? non solo tra gli altri esseri umani ma anche ed oggi principalmente, con tutte le altre creature del mondo. Si, gli uomini devono riscoprire la loro peculiarità di essere ponti di relazioni e comunione, unione, con tutto il mondo naturale. Essere capaci di riscoprire quell’oltre che abita ognuno di noi, che fino a 300 anni fa era ben chiaro e che dalla rivoluzione industriale in poi è andato smarrendosi sempre di più.

In sostanza, c’è da ribadire e da riscoprire che uomo e natura sono interconnessi e che non ci sarà mai piena realizzazione dell’umanità fino a quando non ci sarà questa profonda unione tra umanità e natura. Fino a quando ci si farà la guerra, la crisi ecologica non avrà mai fine.

E’ estremamente urgente riscoprire questa unione e riportarla nelle aule scolastiche e soprattutto nelle casa, oltre che ovunque, nella vita quotidiana. Si tratta di una rivoluzione interiore capace di cambiare le sorti di questo nostro mondo.

Imparare nuovamente dei codici inscritti dentro di noi per realizzare noi stessi ed essere pienamente umani e felici. Oggi non domani.

Alessandro Lauro

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