Arte e decrescita: Sogno impossibile o paradigma attuabile?

Su questo si interroga il gruppo decrescente di Milano che per il prossimo sabato 24 giugno alle ore 14,00 ha previsto la realizzazione di un evento pubblico sul tema dell’arte e decrescita.

All’evento parteciperanno:

Maurizio Pallante

Alessandro Petrosa

Marco Tonelli, critico e storico dell’arte

Marco Senaldi, critico e teorico dell’arte contemporanea

Stefano Arienti, artista

Sebastiano Cognolato, musicista

Filippo Del Corno, musicista e assessore alla Cultura comune di Milano

Andrea Di Turi, giornalista

James Rubin, gallerista

Debora Ferrari, curatore

Elena Forin, curatore

“Ci troviamo in una fase segnata da mutamenti di scenario così rapidi ed incisivi come mai prima era accaduto nella storia dell’umanità – scrivono i referenti del Circolo di Milano introducendo il prossimo evento culturale – Lo stress da cambiamento scopre i nervi della natura e degli uomini, ci rende sensibili e fragili ma anche più responsabili e solidali.

La Decrescita Felice nasce come conseguenza delle nuove responsabilità che ci siamo assunti e interpreta il presente con criteri logici e sentimentali al tempo stesso. Se ci si limita alla parola senza approfondire i concetti, decrescita fa pensare a un ritorno a stili di vita che appartengono al passato, basati sull’autoproduzione e il baratto. E’ invece un analisi della realtà complessa del nostro tempo che propone una via di scampo a un mondo che sembra incapace di liberarsi dai vincoli di modelli obsoleti. Con gli strumenti più sofisticati dei saperi tecnico-scientifici uniti a quelli umanistici la decrescita propone ricerca, invenzione, sperimentazione prudente e inclinazione amorevole a curare il patrimonio esistente.

Incisa nel binomio coniato da Maurizio Pallante, la felicità fa vacillare solo a nominarla, eppure il suo richiamo è forte e la sua presenza illuminante.

La giornata di lavori milanese – si legge nella comunicazione ufficiale fatta dal circolo di Milano metterà in relazione l’arte e decrescita felice. Confinata al margine della società in questo tempo governato dai numeri e dalla cronaca, può l’arte definire un nuovo immaginario? In quali condizioni può diventare uno strumento efficace per favorire una comunicazione profonda, comprensibile e condivisibile?

L’incontro milanese invita allo stesso tavolo teorici e storici dell’arte, artisti architetti, musicisti, organizzatori di eventi culturali, galleristi, giornalisti.

Il tentativo è quello di delineare un primo orizzonte di esperienze animate dallo stesso spirito”.

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