“Credo fermamente che la salute umana non possa e non debba prescindere dalla salute del pianeta stesso.”

Intervista a Ayca Basak Bartu, moderatrice del gruppo facebook MDF e fondatrice del sito chefoodrevolution.com

Ciao Ayca, dicci qualcosa di te

Nata e cresciuta a Istanbul, mi sono laureata in Food Engineer (ingegneria alimentare) e specializzata poi in HACCP in Italia.

Dopo un classico iter di lavoro e consumo, decido insieme a mio marito di ‘mollare tutto’ e andare a vivere in barca a vela con un basso budget: non eravamo ricchi e soprattutto mai attratti dal “Jet set”, Martini e via dicendo.

Ci mancava la cosa più preziosa per un essere umano, il tempo.

Così ancora giovani (io 32 anni, Giampaolo 36) scegliamo il poco e l’avventura, contro le certezze, apparenti, della società moderna.

È nel 2008 dunque che inizia la mia vera esperienza di decrescita, non felice, felicissima!

Capiamo subito quanto ci servisse poco per vivere; cancellate in un attimo le classiche utenze, affitti o mutui, apriamo le vele verso il paradiso dell’Egeo, tra Grecia e Turchia.

Attrezziamo la barca per essere i più autonomi e sostenibili, limitando l’uso del motore e quindi del gasolio, allo stretto indispensabile. Pannelli solari, eolico e dissalatore, ci garantivano la più totale autonomia, in ogni rada che volessimo scegliere. Nessun porto o marina, sempre all’àncora, nella natura e a zero impatto (o quasi).

 

Come è iniziata la tua collaborazione con MDF?

Seguivo MDF tramite il gruppo Facebook, cercando di portare ogni tanto il mio piccolo contributo.

Poi un bel giorno scocca la scintilla e sboccia l’amore corrisposto: eccomi dunque dall’oggi al domani a ricoprire il ruolo di moderatrice nel gruppo; ma è solo l’inizio, in quanto di comune accordo, decidiamo di dare più peso alla nostra sinergia tramite articoli che scriverò per il sito MDF, relativi al mio ambito di competenza, ovvero l’alimentazione sana e sostenibile.

Sinceramente mi è sembrato un matrimonio predestinato, in quanto sono la fondatrice del sito-blog CHE Food Revolution!

La mia scelta di vita mi ha portata a capire l’importanza della diffusione di un mesaggio positivo di decrescita, attraverso la mia conoscenza nel campo alimentare; aiuto le persone a migliorare la consapevolezza negli acquisti e nei consumi di alimenti, recando minor danno al pianeta: credo fermamente che la salute umana non possa e non debba prescindere dalla salute del pianeta stesso.

CHE non vuole essere solo un simbolo classicamente rivoluzionario, ma è un acronimo delle parole Cheap Healthy Ethical, ovvero Economico, Salutare ed Etico.

 

Pensi sia importante il rapporto tra salute e alimentazione?

Ippocrate diceva “fai che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”.

Verissimo, se non fosse che da tanto tempo mangiamo troppo e male; per molti è un loop infernale, da cui difficile uscirne, quanto la tossicodipendenza: il cibo può essere una vera e propria droga.

Da oltre 30 anni non ci nutriamo, ci riempiamo la pancia; e non sappiamo più se iper consumiamo in quanto iper produciamo, o viceversa. Ma una cosa è certa, non possiamo andare avanti così, insostenibile.

Spesso nei miei scritti cerco di spiegare come le cattive abitudini alimentari danneggino la nostra salute; è scientificamente provato che l’obesità e il sovrappeso siano direttamente responsabili delle malattie cardiovascolari. I casi di diabete e malattie metaboliche sono in continuo aumento.

Il punto è che non siamo le uniche vittime della nostra ingordigia, portiamo nel baratro anche il pianeta, l’ecosistema e la biodiversità.
D’altra parte tagliare i consumi alimentari deve avvenire tramite la conoscenza, così da non rischiare carenze di nutrienti; ecco perché mi impegno ad offrire il sostegno informativo e la divulgazione capillare dei temi cruciali su questa importante forma di attivismo: la decrescita
alimentare.

Ma il vero fulcro della mia rivoluzione è l’inclusività!

Perché vedete, il vegetarianismo, il veganismo sono le scelte a cui ambire è vero; tuttavia non possiamo pretendere di convincere la massa con uno schioccar di dita; allo stesso modo inutile rinchiuderci nei nostri ‘club elitari’ o peggio additare e criticare ferocemente gli onnivori. Per vincere l’ardua guerra della sostenibilità e della decrescita quindi, dobbiamo coinvolgere tutti. Dobbiamo ridurre tutti.

Ho messo a punto uno strumento che ritengo importante quanto la consapevolezza, ovvero la dieta CHEtariana, basata sui 3 pilastri dell’acronimo: economico, salutare, etico.

Per includere tutti è necessario che il budget sia a portata del ricco come del povero, senza venire meno a qualità e impatto etico. Nessuno deve essere lasciato indietro, nessuno escluso.

In sostanza propongo una forte riduzione delle proteine animali senza eliminarle del tutto (chi vorrà potrà farlo abbracciando i suddetti stili veg); ma grazie a precise indicazioni sinergiche, non si subirà nessun calo di nutrienti, anzi, forse molti inizieranno a mangiare finalmente bene.

In conclusione credo fortemente nella decrescita come strada per la salvezza, e non si può che partire direttamente dal bisogno primario che è l’alimentazione.

Per questo collaborare con MDF è per me un onore e una responsabilità; spero di portare il mio umile contributo e diffondere a più gente possibile questa rivoluzione.

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