New York punta a diventare la capitale Usa dell’impegno nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Migliaia gli edifici coinvolti nel piano di efficientamento energetico del sindaco della Grande Mela, Bill de Blasio che, se approvato dal consiglio comunale, interesserà circa 14.500 strutture private e comunali responsabili, secondo i dati dell’amministrazione, di quasi un quarto delle emissioni di tutta New York City. Senza contare che questi edifici energivori consumano 3-4 volte più combustibili fossili rispetto a strutture più efficienti.

Non solo, secondo l’amministrazione il piano, oltre a ridurre i costi energetici a lungo termine, contribuirà a creare fino a 17.000 posti di lavoro ‘verde’. Cosa prevede il nuovo piano? Oltre all’obbligo, per i proprietari di edifici di dimensioni superiori a 25.000 metri quadrati, a investire in efficientamento degli impianti e della struttura (dal raffrescamento al riscaldamento passando per l’isolamento e i consumi idrici), sono previste sanzioni per ogni anno di mancato adempimento ai nuovi standard e proporzionate alle dimensioni dell’edificio e all’utilizzo di combustibili fossili.

Il progetto rientra nel piano “80×50” lanciato dal sindaco de Blasio nel 2014 con l’obiettivo di ridurre le emissioni dell’80%, rispetto ai livelli del 2005, entro il 2050. A giugno, pochi giorni dopo l’annuncio del Presidente Trump di voler ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, il sindaco aveva firmato un ordine esecutivo ribadendo così l’impegno della città nel rispettare l’accordo internazionale sul clima.

Ma New York non è sola in questo impegno: dopo l’annuncio di Trump, numerosi governatori, sindaci e imprese hanno annunciato impegni individuali e indipendenti per portare avanti iniziative di riduzione delle emissioni. I Climate Mayors, i ‘sindaci del clima’, sono ben 377, compreso de Blasio.

Fonte: Adnkrinos.com

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