I tre SI  ai referendum (2 per l’acqua pubblica e 1 contro il nucleare) si vinceranno  o si perderanno  tutti  assieme. Allo stato attuale sono persi. Parliamoci chiaro. Il traguardo del quorum 50% irraggiungibile. Sostenuti  da mezzi finanziari sproporzionati, loro non faranno campagna per il no, gli basterà giocare sugli opposti schieramenti partitici, sul silenzio e la complicità mediatica. Noi invece dovremo battere le strade, fare il porta a porta, volantini e banchetti e assemblee paese per paese, quartiere per quartiere. Noi gente comune, attivisti, chiamiamoci “gli operai specializzati dell’ambientalismo”. Nella battaglia conterà il numero degli operai e non dei dirigenti.
Orbene. Sono già in costituzione almeno 4 comitati referendari nazionali. Apparentemente è una buona notizia. Invece no. Dividere gli “operai specializzati” fra tanti comitati, significherebbe  non avere, ciascuno di essi, i numeri per coprire paese per paese, quartiere per quartiere. Bisogna invece unire le forze, unificare i vari comitati referendari antinucleari. Non solo: bisogna unire, unificarli con il comitato referendario per l’acqua pubblica. DUNQUE BISOGNA CHIEDERE CON FORZA, PRETENDERE CHE SIA COSTITUITO UN COMITATO REFERENDARIO NAZIONALE UNICO PER IL SI’ AI 3 REFERENDUM PER ACQUA E NUCLEARE. Altrimenti si perdono tutti e tre. Qui non basta l’alleanza fra diversi, ci vuole l’unità fra simili. Così nasceranno  dappertutto comitati locali trasversali.
Chi ben comincia è a metà dell’opera. Perciò l’appuntamento nazionale di Cremona per il 5 febbraio parte dalla base, intende dare voce e protagonismo agli “operai specializzati”. Gli unici che possono vincere una vittoria impossibile. Con l’ottimismo della volontà. Perciò dobbiamo andarci, per contare. Dal basso. Conviene essere presenti a Cremona, non solo aderire ma esserci come soggetti individuali e collettivi, per sostenere che  Cremona sia la prima tappa del Giro d’Italia per il SI ai 3 referendum, con maglia rosa finale alla squadra del SI. Una squadra unica con un unico comitato referendario nazionale. Una squadra senza partiti come capitani: gli è permesso di spingerci in salita. Una squadra di velocisti perché ormai il voto è imminente. Dobbiamo esserci per pretendere la squadra. Ognuno con la propria testa. Personalmente la penso così.
Lino Balza – Medicina Democratica

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