Vorrei partire dalla Modern Money Theory (MMT) per parlare di una moderna teoria del benessere, la MWT – Modern Wellbeing Theory. Pur traendo origine dalla MMT e dai relativi studi condotti, fra gli altri, da economisti, ricercatori e collaboratori del Levy Economics Institute of Bard College, che ha nel proprio Board of Governors Martin L. Leibowitz, della Morgan Stanley e Joseph Stiglitz, ex vice direttore della Banca Mondiale, la MWT non si limita a considerare la prospettiva economica, ma abbraccia ogni aspetto dell’esistenza degli individui e delle collettività su tutto il pianeta.

In sostanza, a differenza della Modern Money Theory che, come spiega Mosler (grande sostenitore della MMT) “non è un lavoro su come dovrebbe funzionare il sistema finanziario”, ma “un tentativo di fornire una conoscenza precisa del sistema fiat money”, la teoria moderna del benessere ambisce a suggerire alcune politiche realizzabili per garantirci condizioni migliori dal punto di vista del ben-essere vitale.

Ma procediamo per gradi. Secondo la MMT, la moneta con valore forzoso, svincolato da ogni bene materiale, può essere stampata senza alcun vincolo, ma con l’unico obbligo per le banche centrali di detenere una percentuale di riserva obbligatoria. Il denaro stampato dovrebbe essere utilizzato per garantire un aumento del risparmio dei privati, un aumento dei consumi e della produzione, o come esemplifica Paolo Barnard, applicando la MMT agli USA “una classe lavoratrice americana ben pagata può creare tanta nuova produzione, nuove infrastrutture, nuovi investimenti e nuovi servizi che forniranno più ricchezza nelle tasche degli americani e nelle casse del suo governo”. Per questa ragione il deficit di bilancio statale non è visto come un nemico, ma anzi come un aspetto positivo: la spesa pubblica sarebbe così superiore alle entrate, aumentando risparmi e consumi.

Fra i sostenitori della MMT c’è chi si spinge oltre, arrivando a dichiarare che "il governo crea dollari mettendo la sua firma su pezzi di carta (banconote e obbligazioni), oppure sui trasferimenti di moneta elettronica."  Questo è facilmente smentibile, che si consideri l’euro oppure il dollaro. Se prendiamo in mano una banconota in euro, non ci troveremo infatti la firma di un rappresentante del governo, bensì quella di un alto funzionario della Banca Centrale.  Non vale quindi la pena soffermarsi su un artificio che conduce a un vicolo cieco, rappresentato da chi crea la moneta. Tuttavia, arriviamo così ad uno dei nodi della Modern Wellbeing Theory, ovvero la necessità di ricondurre la sovranità monetaria e l’emissione della moneta nelle mani dello Stato.

Alla base della moderna teoria del benessere (MWT) c’è infatti la necessità per i cittadini di eliminare ogni vincolo con entità finanziarie internazionali non elette che detengono potere legislativo ed esecutivo, riappropriandosi – attraverso forme di democrazia diretta e di partecipazione politica – degli aspetti inerenti la propria sovranità, inclusa quella monetaria.

Ma torniamo alla Modern Money Theory e al suo principio implicito della crescita della produzione: per far “girare” l’economia  devono essere rilanciati i consumi e deve di conseguenza aumentare il PIL. C’è un proverbio francese che dice che se si ha in testa un martello, si vedono tutti i problemi sotto forma di chiodi. Così è per la MMT che ragiona esclusivamente nei termini di un sistema economico e produttivo basato sulla crescita. 

Ma in quest’ottica, ogni innovazione è destinata ad aumentare la produttività, il consumo di energia e di materie prime, comprese le risorse fossili. Ecco quindi che ogni mezzo diventa lecito per approvvigionarsi di queste: guerre, colpi di stato, esportazione della democrazia con truppe di occupazione.  Inoltre per sostenere il circuito domanda-offerta, si rende necessario ampliare i mercati (cosa per altro già avvenuta e tutt’ora in corso con la globalizzazione, della quale stiamo pagando tutti un caro prezzo, e con le misure del WTO, della Banca Mondiale o del Fondo Monetario Internazionale), aumentando le esternalità di ogni prodotto, creando nuove infrastrutture e un ulteriore dispendio energetico. La MMT in sostanza non fa i conti con alcuni dettagli basilari: è una teoria che mette in circolazione tanta moneta, una droga finanziaria necessaria a cercare nuovi beni e preziosa per l’impalcatura dell’attuale sistema, nel quale sguazzano le multinazionali o le potenze pronte ad utilizzare qualunque tipo di minaccia per garantirsi la sudditanza di altri paesi.

Come spiega bene Maurizio Pallante, “se crescono il consumo e la produzione di merci, cresce l’impatto (…) sulla biosfera, si accelera l’esaurimento delle risorse, aumentano le emissioni di CO2 e di sostanze inquinanti, aumenta la produzione di rifiuti, si inaspriscono le tensioni internazionali per il controllo delle fonti di energia, si aggravano le contraddizioni tra il 20% dell’umanità che si suicida per sovrabbondanza di cose inutili o dannose, e l’80% che patisce o muore per mancanza del necessario”.

La nostra percezione del benessere è pesantemente condizionata dall’imposizione di modelli o dal desiderio di beni il più delle volte non necessari. La nostra situazione economica è gestita e manipolata da chi ci costringe a sacrifici sempre più massicci, mentre un numero sempre più crescente di persone resta privo di occupazione, in questo sistema terribilmente competitivo e aggressivo.  La Modern Wellbeing Theory mette al centro quelle pratiche che, ribaltando il paradigma del consumo all’infinito o del cosiddetto sviluppo sostenibile, possono consentire a tutti una vita dignitosa e una maggiore tutela delle risorse del nostro pianeta, attraverso uno stile esistenziale più sobrio e svincolato dall’influenza mediatica.

Facciamo alcuni esempi: la ristrutturazione di edifici al fine di ottenere un maggior risparmio energetico (e un minor impatto ambientale) potrebbe creare occupazione qualificata e ridurre il consumo di materie prime fossili. La conseguente diminuzione del PIL (minor consumo) non coinciderebbe certo con una diminuzione del benessere di chi vive nell’edificio ristrutturato e di chi ci ha lavorato,  né si abbatterebbe sull’ambiente. E ancora: producendo beni materiali destinati ad una più lunga durata e progettati nell’ottica di possibili riparazioni (anziché in quella dell’usa e getta), si potrebbe garantire occupazione a chi lavora nei vari settori specialistici delle riparazioni, inducendo le aziende a riciclare e ad impiegare nuovamente i materiali di cui sono composti gli oggetti, diminuendo così il numero dei rifiuti, i costi a carico della collettività e per le imprese.

Ma per tornare alla teoria, la MWT si basa essenzialmente su questi punti:
1.Uscita dalla globalizzazione (che distrugge le peculiarità
nazionali) e sottrazione delle nazioni dalla trappola del libero
traffico delle merci, che impedisce la conservazione di livelli alti
di qualità della vita, instaurando un livellamento verso il basso di
salari, diritti e valori delle merci;
2.Creazione di monete regionali per sostenere le economie locali e le
produzioni a km 0;
3.Sovranità nazionale (la MWT ha evidenziato il rapporto di dipendenza
delle caste politiche e dei governi dalle lobby finanziarie) e
monetaria (indipendenza politica, economica e militare del paese) ;
4.Sovranità dei cittadini (democrazia diretta, governo dei cittadini a
tutti i livelli);
5.Sovranità alimentare (produzioni locali, nuova occupazione in
agricoltura, rilancio delle peculiarità produttive, liberazione dalle
multinazionali);
6.Sovranità sanitaria (garanzia di accesso alle cure, fuori dalle
imposizioni delle lobby farmaceutiche e dalle baronie mediche che
affliggono il sistema);
7.Sovranità energetica (risparmio ed efficienza energetica;
sfruttamento delle risorse rinnovabili che il paese può garantire)
8.Reddito minimo di cittadinanza e occupazione ai fini
dell’integrazione del reddito;
9.Tempo libero garantito (per l’autoapprendimento, per alimentare la
crescita culturale e spirituale degli individui,  per i rapporti
interpersonali, per i legami familiari).

Perché dunque non rovesciare una delle lettere (da MMT a MWT) e riflettere su un diverso paradigma? Potremmo  scoprire che siamo in grado di  riappropriarci della nostra sovranità in linea con una nuova teoria moderna del benessere, la MWT (Modern Wellbeing Theory). Ci guadagneremmo in salute, benessere e… felicità.
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *