I portavoce dei cinque movimenti che diedero vita a Bologna, nel dicembre 2010, al movimento "Uniti e diversi" si sono incontrati a Milano, lunedì 19 dicembre, per valutare insieme la situazione di stallo nella quale Uniti e Diversi si trova da diversi mesi e di fronte alla constatazione della impossibilità di costituire il Coordinamento nazionale che era stato deliberato appunto a Bologna.

Dopo un’attenta disamina della situazione, si è potuto verificare che l’idea, allora comune, di "avviare la costruzione di un nuovo soggetto politico" non è stata praticata. E non lo è stata perché ciascuna delle componenti di Uniti e Diversi ha oggi priorità diverse.

Per questa ragione, e con rammarico, si prende comunemente atto che non vi sono più le condizioni per costruire un nuovo soggetto politico comune. E, quindi, l’esperienza  nazionale di Uniti e Diversi non può proseguire.

Ciò non significa che i cinque componenti  che furono assieme in Uniti e Diversi si trovino oggi su posizioni reciprocamente contrapposte, tanto meno ostili.  Al contrario, molti dei temi (per esempio decrescita, ostilità alla guerre, costruzione di una democrazia partecipata, profonda trasformazione del sistema dell’informazione-comunicazione) restano comuni. E su di essi si continuerà a lavorare insieme, nei territori e dovunque ci s’incontrerà nella società civile. Tuttavia la diversità ha avuto ragione dell’unità.

Il percorso   comune non è comunque andato  perduto. L’esperienza è stata utile. Si manterrà il collegamento e l’interazione, insomma, dovunque sarà possibile e utile per ciascuno e per tutti. I portavoce hanno dunque concluso l’esperienza di Uniti e Diversi, mantenendo un rapporto di amicizia e collaborazione fra le rispettive realtà e di apertura e confronto con le tante persone che si sono affiancate al progetto di Uniti e Diversi, impegnandosi a promuovere comuni iniziative di approfondimento e di studio.
 

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