Olimpiadi radioattive? Colpa di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici e nucleari: materiale pericoloso, rinchiuso in tutta fretta in appositi contenitori e poi seppellito nel parco olimpico di Londra 2012, ad appena 250 metri dal nuovissimo stadio olimpico della City, non lontano dalla stazione internazionale di Stratford. Lo ha confermato la Olympic Delivery Authority, dopo le prime smentite. Tramite documenti ufficiali ottenuti attraverso il decreto “Freedom of Information”, si è infatti venuto a sapere che, tra il 2007 e il 2008, durante i lavori di scavo per la costruzione dello stadio, sono “emerse” 7.500 tonnellate di scorie radioattive e rifiuti altamente tossici, sia pure “sigillati” all’interno di conteiner speciali. Se la “tomba dei veleni” dovrebbe essere “sicura” per almeno mille anni, le autorità inglesi la citano nel prospetto informativo per la vendita del centro stampa olimpico, di recente acquistato dai reali del Qatar: si parla della «presenza di sostanze inquinanti a livello solido, liquido o gassoso», materiali «pericolosi e nocivi anche nei detriti del terreno circostante».

«E’ evidente – dichiara al “Fatto Quotidiano” Paul Charman, analista del “Citizens Intelligence Network” – che lo stoccaggio sia stato fatto in tutta London 2012 olympic stadiumfretta per evitare ricadute negative d’immagine, mettendo anche a rischio la salute dei lavoratori». Il cantiere olimpico, aggiunge Chapman, era probabilmente il posto migliore per “seppellire” quei materiali, evitando i normali controlli prescritti dalla legge. E’ un ulteriore schiaffo alla tanto sbandierata eco-sostenibilità dei Giochi, scrive Luca Pisapia sul giornale di Travaglio e Padellaro: «A fronte di sponsorizzazioni pericolose e molto poco ambientaliste, il governo aveva risposto solo con ingiustificati arresti nei confronti di chi ha osato contestarle». Tutto questo, «senza degnarsi di spiegare come sia stato possibile appaltare le medaglie di una manifestazione che si vuole ecologista a Rio Tinto – multinazionale mineraria accusata di violazione dei diritti umani, dalla Papua Nuova Guinea alla Mongolia – il cui rame utilizzato per le medaglie è estratto dalla miniera di Kennecott (Utah) in spregio alle leggi locali per il controllo delle immissioni nocive nell’atmosfera».

Peggio ancora: Londra ha ceduto per 7 milioni a Dow Chemical – multinazionale che nel 1999 ha acquistato la Union Carbide, responsabile del disastro di Bhopal in India – la possibilità di ricoprire lo stadio olimpico con un lenzuolo di plastica recante il suo logo, al posto del lenzuolo in materiali biodegradabili con disegni di artisti locali previsto dal progetto originario di London 2012. Non mancano, ovviamente, le operazioni cosmetiche: piatti e posate utilizzate dal McDonald del parco olimpico (il più grande al mondo, con oltre 1500 posti a sedere) saranno riciclati in appositi contenitori, e l’olio utilizzato per friggere le patatine sarà trasformato in combustibile, per rendere le Olimpiadi di Londra 2012 “i Giochi più ecologici della storia”, come ripetono ogni giorno gli organizzatori. L’hanno appena certificato anche Wwf e BioRegional, in un documento congiunto nel quale concludono che gli organizzatori «non hanno mantenute le promesse» e «hanno profondamente deluso, mancando tutti gli obiettivi» per le questioni riguardanti energia, rifiuti e consumo delle risorse. Una bocciatura “atomica”, conclude il “Fatto”: «Come le scorie sepolte in tutta fretta nel parco olimpico».

di Giorgio Cattaneo

Fonte: Libre

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