“La solitudine, l’insicurezza, lo squilibrio, il disagio, il disadattamento, l’insoddisfazione, l’insofferenza… sono molto diffusi nelle società ricche” esordisce  uno psicoterapeuta, professore universitario e scrittore Giulio Cesare Giacobbe, autore del saggio “Alla ricerca delle coccole perdute” specificando che questi sono stati d’animo tipici dei bambini.

Siamo in una società, quella ricca, occidentale, che,  nel suo proteggerci da molti rischi, corre il pericolo di farci rimanere emotivamente legati a personalità infantili, poichè le circostanze ambientali che viviamo non ci portano naturalmente ad affrontare da soli le difficoltà della vita e  la lotta per la sopravvivenza. Questa personale sfida per l’autoaffermazione e vita individuale è quella che segna e permette il passaggio allo status di veri adulti, persone in grado di mantenersi, difendersi, realizzarsi senza paura.  Chi non effettua questo “step” e resta ancorato ad una fase infantile, anche se anagraficamente maturo ed è spesso affetto da forme di nevrosi che hanno conseguenze sociali e personali importanti: dipendenza psicologica, insicurezza, incapacità di affrontare i disagi e le difficoltà, ansia, attacchi di panico, depressione, paura generalizzata, fobie, somatizzazioni, permanenza con i genitori, inadeguatezza lavorativa, disoccupazione cronica, parassitismo, …

Difficile anche mantenere a lungo dei rapporti di coppia se quest’ultime sono formate da individui ancora infantili, che hanno bisogno di attenzione e amore più di quanto siano capaci di offrirli. Coppie in cui non ci siano entrambe le persone adulte ed equilibrate in genere hanno vita breve o disagiata. Anche i rapporti sociali formati da persone mosse da paura più che da volontà sono estremamente fragili.

Un quadro clinico pieno di criticità, insomma e a dir poco scoraggiante. E’ necessario pensare di superare in qualche modo l’impasse sociale che stiamo attraversando, se questa tesi si conferma valida in generale per il nostro caro Occidente. Sarebbe bene essere adulti e genitori realizzati per poter vivere appieno e far funzionare meglio le cose. Ma come fare? Dobbiamo dire di essere in presenza di una società che è irrimediabilmente nevrotica?

“Di irrimediabile non c’è niente – ci risponde il prof. Giacobbe – perchè viviamo in un universo in continuo cambiamento. Il problema è che la ricchezza porta inesorabilmente al venire meno della lotta per la sopravvivenza, che è l’unico modo per diventare adulti e progredire. Tutta la storia dell’umanità è fatta di società ricche e stanche sopraffatte da società povere ma vitali”.

Un rimedio è il cercare di immettere questi “nevrotici bambini” in un ambiente di lavoro e nella condizione di doversela cavare da soli per sopravvivere, in modo tale da trasformarli naturalmente in adulti. Ci sono altre strade: dei “training”, percorsi guidati che stimolano la progressione prima mentale, poi reale verso una personalità più avanzata.

Abbiamo chiesto all’autore se crede che un possibile cambio di vita, inteso nel senso di  riduzione dello stress, di “rallentamento”, decrescita (lavorare meno ore al giorno, svolgere professioni più gratificanti, andare a vivere in ambienti più naturali ect..) possa favorire lo sviluppo di persone più equilibrate e sane.

“L’unico modo per formare persone equilibrate e sane è metterle nelle condizioni di fare un lavoro adatto a loro e, quindi, gratificante.  Le persone sono infelici perchè fanno lavori che per loro non sono gratificanti. Un artigiano lavora volentieri anche dieci ore al giorno, se è una persona manualmente creativa. Per alcune persone può essere creativo anche un lavoro d’ufficio. Si tratta di indirizzare le persone al lavoro giusto per ognuno. Ad esempio, non tutti sono portati allo studio. Eppure si pretende che tutti facciano questo lavoro. Una pazzia. Il risultato è dottori analfabeti e disoccupati. Una volta c’era l’orientamento scolastico e professionale. Che fine ha fatto?“

Chiara Celada

Fonte: Decrescita Felice Social Network

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