Ha cominciato Enrico Mentana. E presto seguiranno tutti a ruota, vedrete. Ogni lunedì, da quello scorso e fino alle elezioni, il TG di La7 (l’unico delle tv generaliste che valga almeno un po’ la pena di seguire, così come lo era quello di Piroso) comunicherà i dati di un sondaggio elettorale che ha commissionato alla più importante società specifica sul territorio italiano.

Naturalmente la notizia non è di gran conto, così come nel modo più assoluto ci si può interessare alla salita o discesa di questo o quel partito, e soprattutto di questo o quell’agglomerato, vero o supposto (visto che al momento non è dato sapere chi andrà con chi) di settimana in settimana. Il Berluscometro, in altre parole, come al solito non ci interessa.

Il punto è che se come sembra si andrà a elezioni in Primavera, ciò significa a occhio e croce che abbiamo di fronte sei mesi di campagna elettorale e sondaggi da digerire. Ovvero, grossomodo, la paralisi completa di qualsiasi attività politica (se mai ce ne sia stata negli ultimi anni) nel nostro Paese. E il tutto mentre invece ce ne sarebbe un disperato bisogno.

Beninteso, non che ci si potesse aspettare qualcosa dal governo in carica, soprattutto in merito di politiche atte a contrastare l’attuale stato delle cose a livello italiano, ma al tempo stesso non è che si possa aspettare poi molto da una eventuale opposizione che arriverebbe in Primavera al governo. Questi o quelli, come sappiamo, pari sono. In incapacità, indegnità, incompetenza, spessore morale ed etico. Una banda vale l’altra.

Lo conferma, proprio ieri, il fatto che al Senato sia passata in Commissione l’immonda retroattività del Lodo Alfano: Berlusconi entrò in politica oltre quindici anni addietro per difendere (e allargare) i propri interessi economici facendo tabula rasa della Costituzione e di ogni norma di vivere morale e civile, e oggi, a quanto pare, riesce definitivamente nel suo intento. L’impunità, anche retroattiva, per le centinaia di reati che gli vengono imputati e per i quali non potrà essere giudicato. È, questo, un calcio in faccia a tutti gli italiani.

E sia chiaro: Gianfranco Fini e tutti – tutti – quelli che hanno sostenuto questa norma sono complici perfetti di tale crimine. Che di questo si tratta.

Così come complici – tutti – sono gli italiani che nel corso dei passati quindici anni hanno votato Berlusconi e i suoi vari governi.

A livello di percentuali, inoltre, c’è un altro dato che si può rilevare: malgrado appaia che – sempre secondo i sondaggi – il 41% degli italiani si dichiari distante dalla politica e per nulla interessato, se non deluso, da essa, ebbene il dato importante da registrare è il fatto che il partito degli astensionisti è – meglio, appare – in calo. Si attesterebbe per ora al 25%. Sia chiaro, anche con questa percentuale è in ogni caso l’agglomerato più importante (o quasi) tra quelli politici presenti, e pure se si tratta di un agglomerato del tutto eterogeneo, non è che gli altri siano poi tanto omogenei.

Comunque il dato resta: quasi la metà degli italiani è disaffezionato alla politica ma “solo” il 25% ha capito che andare a votare non è solo inutile, ma anche una vera e propria posizione politica. Tutti gli altri, come Sudditi (appunto) pare che andranno a votare per una banda o l’altra. E magari seguiranno tutta la campagna di questa immobilità politica dotati di super televisori moderni e occhialini in 3D.

Del resto, solo due giorni addietro, l’undicesima edizione del Grande Fratello ha raccolto il 27% di share. È questa l’Italia (e il mondo) in cui ci tocca vivere.

Fonte: www.ilribelle.com

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