La Maremma, uno degli ultimi grandi territori italiani ricchi di paesaggi e spazi liberi, campagne e boschi, flora e fauna, tradizioni e gastronomia, sta per essere sommersa da una “colata” di interventi industriali e para-industriali, che finiranno con lo snaturarla completamente, sottraendo al futuro della comunità ambienti, ecosistemi ed agro-ecosistemi sempre più preziosi, e sostituendoli con “poli” artificiali, sterilizzati e mineralizzati.

Con il nuovo PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) l’attuale Presidente della Provincia di Grosseto annuncia che «la gran parte del territorio passa da “esclusiva” a “prevalente funzione agricola”».

Una prima conseguenza è la liberalizzazione del novanta per cento del territorio agricolo per l’installazione di fotovoltaico a terra (con conseguente cambio di destinazione d’uso da agricolo a industriale) e la destinazione di nuove aree agricole ad insediamenti industriali.

Denunciamo con forza il CONSUMO di TERRITORIO perpetrato dalle amministrazioni locali.

Segnaliamo come caso emblematico quello della frazione Braccagni (un estensione urbana di 50 ettari), a 15 Km dalla città di Grosseto. Tra i numerosi impianti in progetto, nell’appoderamento storico degli “Acquisti”, stanno per essere installati circa 20 ettari di pannelli fotovoltaici a terra, trasformando irreversibilmente una delle campagne più fertili della Maremma in zona industriale.

A ciò si aggiunge, sempre nella frazione di Braccagni, fino a comprendere parte del Comune di Roccastrada, la cementificazione di ben 200 ettari di terreni agricoli per realizzare poli logistici intermodali fieristici e industriali di vario genere lontani dalle reali vocazioni di questo territorio, ma volti soltanto a soddisfare interessi momentanei con danni irreversibili del bene comune.

Inoltre, la zona rientra in un’area di 247Kmq su cui sono già stati concessi permessi di estrazione di metano e forse di petrolio.

Tutte queste aree oggetto di trasformazione urbanistica oltre ad essere terreni fertili e rappresentare parte integrante del paesaggio maremmano ai piedi dell’antica città medievale di Montepescali, sono zone a rischio di alluvione nonché siti in cui è stata rilevata la presenza massiccia di materiale archeologico riguardante un periodo che va dall’età etrusca arcaica e romana fino al tardo medioevo (Mario Cygielman, Archeologo direttore coordinatore Soprintendenza Archeologica della Toscana). Ne sono prova i ritrovamenti dell’adiacente scavo di San Martino in Piano.

Perciò chiediamo a tutte le persone dotate di buon senso di aderire a questo appello e aiutarci a diffondere quanto sta accadendo in Maremma. Per fermare ulteriori colate di cemento e bloccare la distruzione di un paesaggio che è espressione di profonda identità culturale (cfr. Convenzione sul Paesaggio del Consiglio d’Europa) e del suolo agricolo, elemento indispensabile per la nostra sopravvivenza.

Perché la Maremma che tutti conosciamo e amiamo conservi integra la propria identità, tuteli le radici su cui si fondano la cultura e la storia della sua gente, e resti in ogni senso “viva” in piena armonia con la natura.

Fonte: Coordinamento Valutazione e Osservazione del Polo Logistico di Braccagni

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