Ho avuto l’onore e il piacere di poter trascorrere alcuni giorni nella spledida Val Pusteria. Precisamente a Sillian. Oltre ai posti – fantastici ed unici – ho avuto l’onore di poter condividere questa esperienza con persone davvero speciali. Ho potuto assaporare una merce rara che a volte sembra addirittura smarrita o inesistente: l’umanità. Professionisti nel quotidiano, che hanno dentro qualcosa di fondamentale ed urgente oggi: il sapersi umani e il saper restare umani dando così sapore alle cose semplici della vita: una passeggiata insieme in alta quota, una spaghettata, la condivisione della tavola,il gusto di una risata sotto un cielo fresco e stellato come mai visto in città. Gesti semplici che nella vita frenetica di ogni giorno passano troppo spesso in terzo e quarto piano e così corriamo il rischio reale di prenderci troppo sul serio e di calarci in dei ruoli preconfezoinati da noi o dalla società, perdendo così l’essenziale della vita: l’amicizia, la condivisine terapeutica della fatica, il sedere con goia alla stessa mensa, la gioia dello stare insieme in allegria lasciando nel dimenticatoio, per un pò, i pensieri che troppo ci assediano sistematicamente.

Ho viaggiato su treni pulitissimi. Il bagno sembrava quello di un hotel a 4 stelle! ogni vagone con lo schemo che indica l’orario di arrivo (inutile dire che erano puntualissimi) addirittura controllori e capotreno che rispondevano alle tue domande. Ho visto sui treni i raccoglitori per la differenziata e l’educazione delle persone abbinata alla loro cordialità.

Camminare nei boschi e poter sentire l’odore dell’erba è stata una sorpresa per le mie narici oltre che un toccasana per i miei polmoni assuefatti da altro genere di “aria”. Riscoprire l’odore del legno – che assaporavo nella vecchia bottega di ebanista di mio padre – è stata una piacevole riscoperta oltre che un piccolo viaggio nei ricordi dell’infazia. Poter alzare in alto lo sguardo di sera e accorgersi che le stelle sono molte di più di quelle che la città permette di osservare è stato molto consolante. E’ come se tanti occhi discreti vegliassero su noi piccoli esseri che restiamo sulla terra con la testa volta in basso. La possente maestosità delle dolomiti, i nevai, le sorgenti di acqua fresca, pura e gratuita che era stata messa lì dal naturale scorrere della natura, fa comprendere ancora meglio che noi uomini siamo chiamati solo a custodire e curare questo immenso patrimonio che è la natura e mai a deturparlo o sporcarlo per bassi interessi di bottega. La calma del lago di Dobbiaco, lo splendore del lago Braies li puo’ capire solo chi ne è stato toccato nello sguardo e nello spirito.

Inevitabile che il pensiero corra alla mia, nostra quotidianità sorrentina. Al territorio troppo spesso violentato e mal gestito. Ai raporti che quotidianamente si intessono, e alla linfa che dovrebbe alimentarli e quella che invece ne fa da padrona.

Cinque giorni sembrano pochi(e lo sono), ma posso assicurare che ne torno molto arricchito. Dalla natura e in egual misura, anzi di più, dalle persone con le quali ho condiviso il tempo. Persone belle, ricche dentro. Tutte. Dai bambini che hanno condiviso tratti di salita fino all’ultimo adulto con il quale abbiamo condiviso la mensa.

Si, luoghi e persone belle ci sono ancora. Settembre si avvicina. La decrescita avanza a ritmi sempre più umani.

Fonte: Sorrento per la decrescita

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