Dalla Libia al Sudan un unico obiettivo: fermare la Cina

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Prima la Tunisia, frontiera ovest. Poi l’Egitto, frontiera est. Restava un ultimo ostacolo: Gheddafi. Non solo per mettere le mani sul petrolio libico, ma anche e soprattutto per tagliare la strada alla Cina, che era riuscita a inserire nel proprio network energetico persino il poverissimo Ciad, ai confini meridionali della Libia, mentre appena più a ovest la secessione del Sud Sudan, preparata da Washington, ha sottratto al controllo africano, e quindi cinese, le maggiori risorse del sottosuolo sudanese.

USA: una ‘superpatata’ (non OGM) resistente ai parassiti

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La ricerca sul miglioramento genetico ha permesso ai genetisti dell’Agricultural Research Service, negli Stati Uniti, di individuare e di incrociare le proprietà di resistenza agli insetti nocivi di due patate selvatiche dell’America del sud (Solanum berthaultii e S. etuberosum) con quella che assicura la commestibilità e che è propria della patata convenzionale.

Maathai, la donna che sussurrava ai potenti

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Wangari Maathai è stata la prima donna africana a vincere il Premio Nobel per la Pace. Molte persone ritengono Maathai una ambientalista, una donna che piantava alberi. In realtà, il suo attivismo ambientalista era parte di un approccio olistico per dare potere alle donne, sostenendo la democrazia e proteggendo la terra. Era la principale ambientalista e difensore dei diritti delle donne in Kenya. Affermava che le donne hanno una connessione unica con l’ambiente e che le violazioni dei diritti umani delle donne accentuano il degrado ambientale.

Moneta, banche e debiti

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Il seminario Moneta, banche, debiti è stato molto interessante. C’era un buon numero di persone, la sala del convegno era piena. La reciproca scoperta di percorsi di analisi diversi porterà nuove  sinergie?

Il punto rimane la complessità degli argomenti trattati o meglio come questi possano essere comunicati in modo da sensibilizzare un sempre più alto numero di persone.

Marea Nera: per il Dipartimento degli Interni americano, Bp è responsabile del disastro

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Le società petrolifere Bp, Transocean e Halliburton sono responsabili dell’incidente del 20 aprile 2010 presso la piattaforma Deepwater Horizon, in cui persero la vita 11 uomini ed altri 16 rimasero feriti. Un’esplosione che, per i successivi 87 giorni, portò quasi 5 milioni di barili di petrolio a riversarsi nelle acque del Golfo del Messico.