Sindaci pronti a dare l’ok a piccole e grandi opere “inutili”, in cambio di sbrigativi indennizzi e piccole compensazioni. E pazienza se a rimetterci sono il territorio e la salute dei cittadini. Questo il tono dell’ultima denuncia della sezione alessandrina di “Medicina Democratica”, già protagonista di un lungo braccio di ferro con il governo per impedire la “normalizzazione” del deposito Sogin di Bosco Marengo, contenente combustibile radioattivo. La nuova offensiva degli ambientalisti coordinati da Lino Balza riguarda ora le amministrazioni comunali dell’area, “colpevoli” di non opporre alcuna resistenza all’assedio che “Medicina Democratica” segnala: alta velocità, cantieri inutili, inquinamento e disastri vecchi e nuovi.

“Medicina Democratica” stila «un incompleto elenco di sindaci che vendono la salute dei concittadini». Prima trincea, la linea ferroviaria ad alta velocità Genova-Tortona, che gli ecologisti giudicano «inutile, costosa e dannosa». Situazione: coi primi due lotti già finanziati per un miliardo e 600 milioni di euro, la Impregilo «sta contattando i sindaci della Val Lemme per verificare quali opere compensative vogliono e quanto costano». Sul “terzo valico” tra Piemonte e Liguria «sono d’accordo centrosinistra e centrodestra, dalla Regione alla Provincia», osserva “Medicina Democratica”: «E a tanti sindaci non interessa nulla se un’opera è utile, inutile e dannosa: basta che il loro partito sia d’accordo e in cambio ti ricoprano di asfalto e cemento».

Altro punto di crisi, Bosco Marengo: dove l’amministrazione comunale, secondo “Medicina Democratica”, avrebbe «venduto la salute dei concittadini acconsentendo al deposito di scorie», quello dell’azienda statale Fabbricazioni Nucleari. «In cambio, il governo manda dei soldi». Ma come li usa il Comune? «A favore dell’ambiente e della salute? Per indagini epidemiologiche? Per accertare chi si è ammalato di nucleare e aiutarlo, risarcirlo? Niente affatto», afferma Lino Balza: «I trenta denari sono usati per sistemare i bastioni, il tetto delle tribune del campo sportivo, la chiesa, il semaforo. Così fanno anche la Provincia e i Comuni di Frugarolo, Alessandria, Pozzolo, Fresonara, Basaluzzo, Tortona. Così anche si spiega – aggiunge Balza – perchè nessuna di queste omertose amministrazioni ha preteso il “Piano di emergenza nucleare” per le popolazioni».

Una centrale a biomasse, contestata per l’impatto ambientale, è invece al centro della contesa a Predosa: in cambio di compensazioni, il sindaco sarebbe ora «disponibile a ritirare il ricorso al Tar al quale era stato obbligato dai cittadini», ma il comitato “Vivere a Predosa” l’ha avvertito che si rivolgerà alla Procura della Repubblica. Tutto questo, in una provincia come quella di Alessandria, nella quale la concentrazione di “polveri sottili” nell’aria è da mesi ampiamente oltre i limiti di legge. «Le ancor più micidiali micro-polveri – accusa “Medicina Democratica” – non vengono neppure misurate dall’Arpa», e gli stessi sindaci «non hanno preso provvedimenti per limitare l’inquinamento da traffico».

Sotto accusa anche l’amministrazione di Alessandria, «ferma al palliativo di abbassare a 18 gradi la temperatura nelle case». Secondo “Medicina Democratica” è assurdo l’impegno a «incrementare il traffico con un faraonico ponte sul Tanaro», magari da 10-15 milioni di euro, «dopo aver abbattuto il ponte Cittadella» per i danni dell’alluvione del ’94: «Basterebbe una economica passerella ciclo-pedonale», sostiene Balza, deluso anche da un altro contenzioso storico dell’area: la “strage” dell’Eternit di Casale, con falcidie di lavoratori condannati dai tumori causati dall’amianto: «Il magnate svizzero ha offerto al sindaco di Casale 18 milioni di euro in cambio del ritiro della parte civile al processo», ma i familiari delle vittime l’hanno definita “l’offerta del diavolo”. «Invece di rifiutarla sdegnato – conclude Balza – il sindaco si è riservato di decidere».

Fonte: Libre

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