Saranno stati gli strascichi del frastuono dell’ “epica” vittoria calcistica dell’Italia sull’Inghilterra, a far saltare la notizia di quanto avvenuto lo scorso 16 giugno presso la camera dei deputati, a Roma. Lì è successo davvero qualcosa di Epico,  e sarebbe stato sufficiente spostarsi un pò  più in la dal Transatlantico, per poter dare finalmente qualche notizia vera e buona per i cittadini. Peccato per l’occasione persa dai grandi media, ma in quel di Roma qualcosa di propositivo e positivo si è ascoltato, visto e toccato con mano.

Per la prima volta – a mia memoria – nelle stanze del palazzo del potere politico ufficiale – sono entrate parole “pericolose” e innovative per il dogma intoccabile della crescita economica. Sono riecheggiate per tutta la giornata concetti come: decrescita, decrescita felice, lavoro utile, risparmio energetico, giusti salari, ambiente, consumo energetico, ristrutturazione energetica del patrimonio pubblico e privato, localizzazione delle imprese, imprenditoria coraggiosa, bioeconomia, legalità, microgenerazione, ecovillaggio, nuovi stili di vita, economia del dono, overshoot day, bene comune, nuove tecnologie,  best practices, efficientamento, riduzione agli sprechi energetici e tantissimo altro ancora.

A Roma, nei palazzi del potere è sbarcata la decrescita felice con tante sue proposte, concrete, fattibili, anzi già realizzate in scala locale, e che attendono solo che la politica faccia il suo ruolo: le accolga, le esamini, le migliori – se possibile – e le metta in atto su scala nazionale.

Parole pericolose, dicevamo, ma che lo sono solo per coloro che sono convinti che l’attuale modello di sviluppo sia l’unico possibile. L’unico in grado di garantire benessere, progresso, salute e futuro, nonostante da almeno sette anni, i fatti incontrovertibili di una crisi paurosa, ci sbattano in faccia l’esatto contrario. Se per alcuni queste possono essere parole pericolose, per altri sono parole di speranza. Parole che ingravidano di futuro questi nostri giorni tristi, dove diventa difficile per alcuni, anche immaginarlo soltanto un avvenire. Parole, supportate dai fatti (ecco la vera novità) che rianimano gli entusiasmi sopiti.

Quello che è avvenuto a Roma lo scorso 16 Giugno, non può restare relegato nelle cronologie di un sito o di qualche blog. Men che meno negli annuari del parlamento o nelle cronache dei tanti avvenimenti e manifestazioni che si tengono nella capitale.

A Roma sono state tracciate, o meglio indicate, dei percorsi già battuti e quindi testati sul campo, efficaci. Capaci quindi di ridurre il debito pubblico concretamente, creare occupazione utile, ridistribuire la ricchezza, salvaguardare l’ambiente. In poche parole, si è intravisto la via d’uscita dalla crisi e la capacità di futuro per questo Paese.

Certo, molte cose sono ancora da fare e da ideare e realizzare. Non avevamo la pretesa di esaurire tutto. Anzi, siamo andati per farci ascoltare e per dialogare. Iniziare un dialogo serio e costruttivo, con chiunque abbia voglia e potere reale di risollevare il Paese e prendersi cura di tutte le sue generazioni.

Proprio per questo, abbiamo deciso che l’evento del 16 Giugno avrà ancora molta eco su questo spazio e nei circoli mdf, con maggiori ed ulteriori approfondimenti, anche di temi antropologici – che volutamente non sono stati trattati nella già abbondante giornata –  legati al mondo del lavoro.

La decrescita felice non è la meta, ma la strada. Alcuni già la percorrono, altri anche ma non lo sanno; altri vi si uniranno. Ora anche il mondo politico ufficialmente conosce che esiste questa strada, non ha molte altre scusanti se non il motivarne il rifiuto con fatti e proposte argomentate.

Le porte di MDF restano aperte per chiunque abbia serietà di collaborazione. La strada è tracciata. Resta solo da decidere se percorrerla insieme.

Noi intanto continuiamo il cammino.

Alessandro Lauro

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