Un attore e regista, un video-maker, un’esperta di comunicazione, un consulente scientifico e un furgone, uniti in un viaggio verso chi pratica agricoltura biologica etica, pulita. È “Viaggio Tra Terra e Cielo”: web story, film e spettacolo teatrale per raccontare “un’altra fisionomia del contadino di oggi”

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BOLOGNA – Andrea Pierdicca, Nicolò Vivarelli, Valentina Gasperini e Andrea Lilli sono partiti da Bologna lo scorso 15 settembre e, per un mese, hanno girato diverse regioni italiane incontrando decine di contadini che realizzano in maniera autonoma i loro progetti di agricoltura.

Li hanno incontrati, si sono confrontati, hanno condiviso goliardia e lavoro, hanno visitato i luoghi dove hanno messo radici, hanno raccolto un mosaico eterogeneo di storie impregnate dal sapere agronomico biologico, hanno scoperto cosa significhi, oggi, “tornare alla terra”. Ventisei tappe e settanta interviste dopo, Andrea Pierdicca, attore e drammaturgo, racconta la genesi del progetto: “Tutto è nato a teatro, per la precisione dal teatro di narrazione. Sono partito nel 2006 con ‘Il racconto del fiume rubato’, nel 2012 è nato ‘La solitudine dell’ape’ che si è evoluto nel ‘Cantico dell’ape’: girando l’Italia in tournée mi sono reso conto che è possibile raccontare tra la gente, con il teatro, la contemporaneità. L’ambiente, la storia e il concetto di appartenenza sono legati e coinvolgono tutti, mi sono reso conto che il pubblico ha cominciato a reagire all’arte che è diventata uno strumento al servizio del nostro vivere nel mondo”. Dal “Cantico dell’Ape” è nato poi un documentario, “La Zappa sui Piedi” e, da lì, la necessità di connettere più piani di narrazione e di comunicazione, nonché l’idea di ripercorrere i luoghi e le esperienze delle tournée teatrali per dare voce alle storie incontrate per strada. “Ho agito per unificare ciò che già c’era: le centinaia di date degli spettacoli si sono trasformate in una rete capillare di piccole e grandi realtà italiane che credono in un’alternativa etica all’agricoltura industrializzata. Mi sono detto, conosco così tante persone che coltivano la terra in maniera leale con belle storie sul rapporto con la terra, perché non provare a raccontare un’altra fisionomia del contadino di oggi?”

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Talvolta si tratta di storie che rappresentano un vero e proprio ritorno, come nel caso di Giuseppe Begatti, contadino di Crevalcore nella campagna bolognese, che fino al 2000 adoperava i metodi convenzionali, utilizzando pesticidi e altri prodotti chimici. Poi la svolta che l’ha portato, nel 2007, a ottenere un riconoscimento dall’Istituto certificazione etica e ambientale per la sua attività “bio-logica”. Forte della competenza e della saggezza della tradizione, l’azienda agricola Begatti oggi riesce anche a commercializzare i suoi prodotti nei mercati della zona. Giuseppe è raccontato dal gruppo come un contadino assoluto, un uomo capace di coltivare 17 ettari da solo e di fare i mercati contadini, forte di un’attitudine a risolvere gli imprevisti con l’ingegno.

E l’agricoltura non è una cosa per vecchi, assolutamente no. Testimone ne è Ilenia, 21enne di Montecatini Val di Cecina (Pisa) che, circa un anno fa, ha confessato al padre: “Voglio fare la contadina”. Una confessione inusuale, inaspettata. Eppure, oggi, Ilenia coltiva 7 mila metri quadrati di campi e distribuisce i suoi ortaggi nei borghi vicini, sulla strada, nei mercati, rispettando le qualità originali dei cibi e conquistandosi a poco a poco la fiducia dei cittadini. “Viaggio tra terra e cielo” dimostra già dalle prime clip di non essere soltanto una raccolta di storie, è un viaggio e, in quanto tale, una riflessione profonda su ciò che ci circonda. Gli incontri e i confronti con i contadini diventano presto occasione per ripensare il quotidiano, per valorizzare l’agri-cultura, come amano chiamare la categoria ibrida che fonde il sapere agronomico e quello rurale, in senso ampio. “Già prima del viaggio – racconta Pierdicca – avevo la netta percezione che si trattasse di una famiglia da mettere in relazione. Parzialmente il nostro progetto serve anche a questo: da un lato abbiamo attraversato reti già strutturate come quella di Genuino Clandestino o CampiAperti, dall’altro siamo entrati in contatto con altre realtà più isolate che praticano la stessa attenzione e sensibilità alla terra. La nostra ambizione? Creare un’ulteriore rete di relazione che attraversi su più piani tutte le realtà”.

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Dall’inclusione sociale alla filosofia (e alla spiritualità): il passo è breve mentre si macinano chilometri. Ecco allora l’incontro con Lorenzo e Caterina, dell’azienda agricola “Madonna delle api che, incontrati a Osimo, per il mercato di Genuino Clandestino e della rete SemInterrati, tirano in ballo Dio, attore immancabile in questa ricerca quasi esistenziale sospesa tra cielo e terra: “La bestemmia in campagna è come una preghiera. Perché il contadino cerca di tirare in ballo Dio e dice “Cristo aiutami!”, lo tira nel campo”.

Il rapporto tra la campagna e la dimensione spirituale dell’esistenza non è certo una scoperta recente. Etain racconta ai viandanti tra Cielo e Terra del Genio Silvanus, il signore delle foreste e dei campi a cui erano dedicati tempi pagani. Proprio sopra uno di questi è stata costruita l’Abbazia dei Mille, nella Vallingegno (Perugia). Barbuto e protetto da un mantello di pecora, il Genio Silvanus rappresentava, come racconta Etain, la convivenza da bene e male in tutte le cose. Si trattava di un simbolo di unità che, per i contadini, dovrebbe essere riscoperta: “Rispettando il Genio Silvanus e ciò che rappresenta il rapporto stesso tra uomo e natura sarebbe più equilibrato, in sintonia con i tempi e le necessità del mondo vegetale e animale circostante”.

Se il mese di viaggio di tra cielo e terra si è interrotto lo scorso 15 ottobre, non finisce di certo qui il progetto: passo dopo passo il documentario, la web story e la drammaturgia teatrale stanno prendendo forma, anche grazie alle musiche di Enzo Monteverde. “Dal 9 al 16 gennaio, annuncia l’attore e regista, saremo in Piemonte e Liguria per proporre una prima rappresentazione del progetto. Si tratterà di un reading musicato che, partendo da letture di grandi classici che si sono occupati dell’argomento, ha l’obiettivo di diventare un vero e proprio laboratorio teatrale itinerante. Il risultato sarà la vera e propria drammaturgia del viaggio, che sarà pronta per l’estate”. Contemporaneamente il gruppo sta visionando, selezionando, montando il materiale video affinché anche il documentario possa prendere presto forma. Lavorando alacremente, questo viaggio, la ricchezza umana incontrata per la strada, i valori trasmessi coltivando la terra rinasceranno in una forma nuova, per diffondersi, ma con lentezza.

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Come racconta Martino: “Molti mi chiedono perché non compro nemmeno una motozappa. Vangare l’orto mica è un brutto lavoro, sì ci metto un po’ di più, ma nel frattempo vivo bene”. Proprio nel “vivo bene” si nasconde il segreto, e l’auspicio, di chi sceglie di dedicarsi a un sistema di agricoltura biologica e sostenibile. Si tratta di un vivere bene sviluppato attraverso le relazioni umane. Secondo Andrea Pierdicca è stata proprio questa la parte migliore del viaggio: “Gli incontri, il bisogno di mettersi in relazione, la bellezza che accade quando sinceramente ci si guarda negli occhi, ci si stringe la mano, ci si incontra. Alla fine ti rendi conto che ciò di cui si sta parlando, riguarda tutti: in fondo è una questione di appartenenza nonostante la diversità. Siamo tutti “tra terra e cielo”, riconosciamoci e prendiamo consapevolezza di ciò che ci circonda”. (Angela Caporale, Redattore sociale)

Fonte: comune-info.it

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