E’ il grande assente dai dibattiti pubblici; eppure dovrebbe essere il pensiero fisso di ogni politico, amministratore e cittadino responsabile; Stiamo parlando dei cambiamenti climatici in atto.

 

Forse lo sanno anche i bambini  che il petrolio non è infinito e che la sia fine non è molto lontana; eppure sembra che questa prospettiva sempre più vicina, non preoccupi più di tanto governanti e governati.

Fatte le debite eccezioni per alcune associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e del territorio e di qualche politico più sensibile, il tema dei cambiamenti climatici, delle sue cause e dei suoi possibili rimedi sembra non occupare le prime pagine delle agende che contano.

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Se ne parla in occasione dei grandi convegni e congressi a tema. Ma sempre in modo marginale, non approfondito e senza la giusta chiarezza. Il tema è scottante. In tutti i sensi.

Secondo Luca Mercalli, siamo ad un punto in cui possiamo solo adattarci agli attuali cambiamenti in atto. Fermo restando che durante la lunga vita del pianeta, questi cambiamenti ci sono sempre stati, va detto che ora ci troviamo di fronte a cambiamenti climatici influenzati ed indotti direttamente dalle azioni del genere umano.

La rivoluzione industriale iniziata più di 250 anni fa, non solo sta volgendo al termine con tutte le conseguenze che ciò comporta; ma sta portando con se anche questo mutamento climatico dovuto alle emissioni alta di CO2, del forte inquinamento di mari, fiumi, aria e della immensa deforestazione.

Tutto questo, lo sappiamo bene e lo abbiamo più volte denunciato qui e in pubblico, per raggiungere il mito falso della crescita infinita.

Cambiamenti climatici: le principali cause

Il principale indiziato per l’aumento delle temperature del pianeta e quindi del conseguente cambiamento climatico è lui: il petrolio.

I combustibili fossili e il petrolio non solo è alla base di tutta l’economia che conta al momento, ma soprattutto sono ancora la nostra primaria fonte di energia; e questo nonostante sappiamo benissimo che il petrolio sta finendo, finirà in breve tempo (qualcuno parla di un decennio), è sempre di più di scarsa qualità e di difficile reperimento.

E nonostante tutto questo, le principali potenze mondiali, sono intenzionate a percorrere la via della crescita infinita e mal governata, che può alimentarsi solamente con fonti fossili.

L’aumento di anidride carbonica e di gas serra (dovuti principalmente all’inquinamento) consentono di intrappolare nella nostra atmosfera il calore con conseguente aumento delle temperature.

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Il principale osservatorio di questi fenomeni sono i ghiacci artici; i dati del 2016 non sono stati certamente incoraggianti; l’aumento delle temperature è stato costante e importante; nei primi sei mesi dello scorso anno, ad eccezione di marzo, le temperature hanno fatto registrare picchi molto alti e sempre in costante aumento.

Ad oggi, l’estensione dei ghiacci marini artici,  nel periodo estivo, ricopre un’area del 40% meno estesa rispetto ai primi anni del 1980. Mentre a Settembre, dove si riscontra l’estensione minima annuale, è diminuita del 13.4% per ogni decade.

Per lo studio di questi cambiamenti sono importanti i report che sta elaborando la NASA con due campagne molto interessanti.

  • La prima per monitorare e misurare le pozze d’acqua nei ghiacci dell’artico, causate dalla fusione degli stessi. Tale campagna è chiamata OperationIceBridge
  • La seconda invece è Arctic-Boreal Vulnerability Experiment che ha l’intento di misurare gli effetti dei cambiamenti climatici sia sulle foreste che sul permafrost che su ogni altro ecosistema presente sul nostro pianeta.

Questi due grossi studi, insieme a diverse e continue pubblicazioni su questo scottante tema, possono darci una reale situazione in atto. Ed è più che auspicabile che tale conoscenza non solo di amplifichi ma che se ne parli sempre di più su ogni media e assemblea pubblica.

I danni dei cambiamenti climatici sono molto grossi. Oltre ad uno stravolgimento di interi ecosistemi, la scomparsa di interi ambienti naturali, l’innalzamento delle temperatura e quindi dei climi ai quali siamo abituati siccome sono la diretta causa del forte inquinamento di chi persegue una crescita senza criteri e limiti, diviene causa di molte morti di esseri umani e di altri esseri viventi. Credo che basterebbe questo per attivarsi concretamente. Ma pare non basti.

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Cambiamenti climatici. Cosa possiamo fare?

Una volta individuate le cause ed analizzate anche le conseguenze alle quali andiamo incontro, non dobbiamo farci prendere dal catastrofismo ma neanche lasciar correre la situazione così come si trova, nella speranza che qualcuno domani risolvi il problema; questo genere di problematiche si iniziano a risolvere adesso, ogni giorno, tutti insieme.

Può sembrare utopico, viste quante persone siamo sul pianeta e viste le diversissime visioni del mondo che abbiamo. Tuttavia è una questione di coscienza. Ognuno deve e può fare la sua parte. Per sè stesso e per i propri cari che già abitano e abiteranno questa terra dopo di noi.

I due ambiti dove bisogna subito agire sono:

  1. La riduzione drastica e importante di emissione di CO2 e quindi il consumo di combustibili fossili
  2. Il ripristino dei veri serbatoi di carbonio: le foreste

Il primo punto è possibile perseguirlo investendo da subito riducendo gli sprechi. Ed esempi in tal senso non solo sono già possibili ed in atto nei vari settori dell’industria; ma sono anche molto auspicabili per la creazione di lavoro utile. Per chi accusa la decrescita felice di voler ritornare all’età della pietra, basterebbe ricordare che per realizzare case che consumino di meno o auto che siano autonome dalle fonti fossili, serve molta più tecnologia ed ingegno di quanto ne venga usato oggi, che ci rende dipendenti  al 95% da energia fossile.

Un recente esempio di grosso risparmio di energia e di denaro è stato realizzato negli Usa e il progetto è italiano e ne parliamo, in Italia, da diversi anni. Qui si cerca di convincere le istituzioni, negli USA si passa ai fatti. Ne ha parlato Maurizio Pallante nel suo blog . 

Se è vero che le rinnovabili al momento non riescono ancora a coprire tutto il fabbisogno energetico, ciò è altrettanto vero perché non vi è ancora una reale volontà politica generale di investire nelle rinnovabili e prima ancora in nuovi stili di vita che si occupino principalmente della riduzione dello spreco di energia. Manca una seria politica energetica e manca il coraggio di aiutare i diversi imprenditori che già nei diversi ambiti dell’industria sono attivi nel ricercare la soluzione più ecologica possibile.

Ideensammlung - Erneuerbare Energien

Ti dicono niente nomi come NovaSomor, Ragioniamo con i piedi? sono solo due nomi di una realtà molto più grande e variegata che esiste nel nostro Paese e anche in tutto il mondo. Solo che non trovano molto spazio. E sai perché? perché la loro scelta e la loro proposta mette in crisi l’attuale sistema, lo modifica in meglio esigendo un cambiamento di mentalità e di abitudini, garantendo la salvaguardia del pianeta. Si sa, i cambiamenti mettono paura, soprattutto se qualcuno deve rinunciare al proprio potere e a guadagni grossi a discapito della maggior parte dei popoli.

Il secondo ambito su cui operare è cioè quello di fermare l’assurda deforestazione del pianeta, credo che sia non solo auspicabile da subito ma anche di più facile attuazione. Certo se le foreste devono far posto a nuove cementificazioni o pascoli per il consumo intensivo di animali destinati al mercato assurdo del cibo-spazzatura, allora la vedo più dura.

Come sempre è una questione di lunga veduta, ma visti i tempi direi anche di una veduta a medio termine. Deve cambiare la priorità e mai come adesso la priorità è la sopravvivenza del pianeta.

Mi permetto di citare, tra i possibili attori in campo, le religioni. Non è un caso che un Pontefice come Papa Francesco nei primissimi anni del suo pontificato abbia voluto dedicare un’intero documento ufficiale alla tematica ambientale. La laudato sii è un vero e proprio manifesto politico. Se tutti i cattolici sparsi nel mondo leggessero e si impegnassero ad attuare quel documento, ci troveremmo molti passi in avanti nella salvaguardia dell’ambiente.

E se ogni grande o piccola religione, si occupasse di questo, non solo acquisterebbero maggiore credibilità, ma darebbero una vera mano a tutto il pianeta.

Leggi anche Maurizio Pallante, La visione del mondo espressa nell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.

Va detto anche che nel nostro bistrattato vecchio continente, non tutte le istituzioni sono cieche e sorde alla tematica dei cambiamenti climatici.

Esiste infatti, tra le altre cose, il progetto EKLIPSE (knowledge  & learning Mechanism on biodiversity & ecosystem services ) che ha ha recentemente pubblicato il rapporto “Nature-based solutions to promote climate resilience in urban areas – developing an impact evaluation framework” (“Soluzioni nature-based per promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici nelle aree urbane – sviluppare un quadro di riferimento per una valutazione d’impatto”). Se siete interessati al rapporto potete trovarlo QUI

Sono molte quindi le azioni che si possono intraprendere per tentare di fermare i cambiamenti climatici in atto. Nessuno di noi è escluso ne deve sentirsi tale. E’ una sfida quotidiana; deve divenire un habitus, uno stile, qualcosa di naturale come il mangiare e il dormire.

Questo è quello che penso ed ho raccolto sugli ultimi studi sui cambiamenti climatici in atto.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensi? quale esperienza conosci in tal senso? Quali suggerimenti? Quali esperienze da condividere?

Alessandro Lauro

 

 

 

 

 

 

 

2 thoughts on “cambiamenti climatici: cosa sta accadendo e come porvi rimedio”

  1. Salve. Sono curioso di capire in cosa consiste il sistema italiano che è stato usato in America per ovviare al peggioramento del problema Grazie

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