MDF è sicuramente, e prima di tutto, un movimento di persone, una comunità di comunità. Questa scelta fa parte del nostro DNA, della nostra storia e siamo convinti che questa sia la caratteristica vincente che ci fa essere ancora qui dopo più di dieci anni a lavorare insieme per costruire un mondo sostenibile e felice.

Ma abbiamo anche scelto di essere un movimento di trasformazione culturale, in grado di diffondere idee e creare cambiamento. Per fare questo spesso ci affidiamo alla Rete, che mai come in questo periodo è diventata un importante  canale per incontrarsi, per informarsi e per scambiare idee.

Perché quindi creare un canale Telegram proprio nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus? Il primo motivo è abbastanza ovvio: tenerci uniti, in questo momento siamo forse isolati nelle nostre case, ma non per questo dobbiamo sentirci soli. Abbiamo pensato che potesse essere un modo interessante per aiutarci a sentirci parte di una grande comunità, di un modo di pensare e di vivere che mai come adesso ha bisogno di far sentire la sua voce.

Il secondo invece è un motivo complesso, che viene da una complessa riflessione che stiamo facendo come  Movimento su quali mezzi di comunicazione siano i più appropriati per diffondere il nostro messaggio. I cambiamenti culturali  infatti passano attraverso le pratiche, e le pratiche vivono negli strumenti che utilizziamo e nel come li utilizziamo.

Per fare una battuta si potrebbe dire che è tempo che coloro che “vivono senza supermercato” incontrino coloro che “vivono senza Facebook”.

Infatti, abbiamo una lunga storia di analisi delle storture e delle alternative al mondo della crescita quando queste riguardano produzione di merci, ma siamo meno informati e consapevoli quando queste riguardano servizi, soprattutto quelli on line.

Ci rifiutiamo di fare la spesa presso la Grande Distribuzione Organizzata, ma sosteniamo i piccoli produttori locali ai mercati contadini, nei gas e nelle food coop; evitiamo di prendere la macchina e sfruttiamo tutte le alternative non inquinanti possibili; ci indignamo tutte le volte che un rifiuto non necessario viene prodotto e pratichiamo l’autorpoduzione, lo scambio e il riparo per non sprecare… Ci sembra normale cercare alternative ai monopoli economici e alle egemonie culturali imposte nel mondo delle merci, allora perchè non farlo per quanto riguarda il mondo della rete?

È indubbio, per esempio, che l’egemonia di Facebook nel mondo dei social network sia stata determinante nel guidare la narrazione di questa emergenza, favorendo il panico, diffusione di fake news, l’appiattimento delle opinioni e persino forme di demonizzazione e di astio verso certe categorie sociali o comportamenti. Google e Facebook controllano e vendono  un’enorme quantità di dati che produciamo inconsapevolmente in continuazione, eppure in molto casi gli stiamo affidando la teleistruzione dei nostri figli. Questi colossi della Rete controllano gran parte dell’accesso all’informazione, spesso gli affidiamo il compito di selezionare per noi le informazioni più rilevanti e attraverso questo affidiamo loro un potere che non tollereremmo di delegare in altri settori.

Certo, per alcuni versi in questo campo è più difficile optare per canali alternativi perché bisogna stare dove stanno le persone a cui si vuole comunicare – e infatti per ora non possiamo abbandonare completamente Google e Facebook. Ma chi se non noi può iniziare a far vivere le alternative?

Queste sono solo alcune delle problematiche sulle quali sentiamo sia arrivato il momento di aprire uno spazio di riflessione per poter prendere innanzitutto consapevolezza, ed eventualmente anche una posizione.

Per iniziare abbiamo deciso di partire esplorando le alternative e, allo stesso tempo, di confrontarci con chi questo percorso lo sta facendo da più tempo di noi. 

E allora ecco il nostro piccolo esperimento: il canale Telegram del movimento per la decrescita felice

https://t.me/decrescitafelice

Siamo consapevoli che anche Telegram ha i suoi limiti ma prendiamolo come inizio di un percorso!

 

Ed ecco qualche spunto di riflessione dei più recenti:

NON C’È ALTERNATIVA A FACEBOOK? VI PRESENTIAMO I SOCIAL RIBELLI

L’amore è fortissimo, il corpo no. 2009 – 2019, dieci anni di esplorazioni tra Giap e Twitter / 1a puntata (di 2)

Perché è necessario e urgente liberarsi di Google – e come cominciare a farlo 

Il dominio di Big Tech

 

 

E voi cosa ne pensate? 

 

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