Un Contributo della socia Linda Maggiori(*)

 

Uno dei motivi per cui il Coronavirus è diventato, nel giro di poco, una pandemia, è l’estrema e spesso inutile mobilità del genere umano. Frequenti viaggi a lunga distanza, enormi navi da crociera e voli continui per vacanze di pochi giorni. Un volo di andata e ritorno da Zurigo alla Nuova Zelanda rilascia ben 9 tonnellate di CO equivalente pro capite: cinque volte più di quella che un essere umano dovrebbe produrre nell’arco di un anno per vivere in armonia col pianeta.

Prima del Covid, assomigliavamo a palline da biliardo impazzite, scagliate da una parte all’altra del globo per motivi anche molto futili. Oltre al fast food e alla fast fahion, eravamo ossessionati dal “fast travel”. Il Covid ha stoppato tutto, colpendo duramente il turismo globale.

È arrivato quindi il momento di riscoprire lo slow travel: viaggiare in maniera più contemplativa, attenta e responsabile. Fare meno viaggi, più vicini, più lenti.

Per chi ama il mare, i viaggi in barca a vela sono sei volte più ecologici rispetto a un traghetto e diciotto volte di più rispetto a una nave da crociera. La crociera è terribilmente impattante, quanto e più dell’aereo. Il lusso di queste navi si ripercuote sull’ambiente: l’elettricità necessaria per il riscaldamento, la climatizzazione, la lavanderia, la piscina, le strutture per l’intrattenimento, il cibo raffinato, abbondante, proveniente da lontano… ma soprattutto le emissioni: secondo lo studio di T&E, le 203 grandi navi passeggeri che hanno solcato i mari territoriali europei nel 2017 hanno immesso nell’atmosfera 62 mila tonnellate di ossido di zolfo, 155 mila tonnellate di ossido di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 milioni di tonnellate di CO₂!

Venezia, Civitavecchia, Napoli e Genova tra le città portuali più inquinate al mondo.

 

E per chi si muove su terra? Treno, piedi, pedali! Il turismo senz’auto non solo risparmia all’ambiente tonnellate di CO₂, ma stimola le amministrazioni a ripristinare mezzi pubblici, navette, a progettare gite car free, collegando anche le aree interne, ridando vita all’economia locale e sostenibile.

Trenitalia ha lanciato varie offerte estive (che speriamo vengano prorogate), una  di queste riguarda i bambini sui regionali: un bambino gratis per ogni adulto pagante nei treni regionali. Famiglie senz’auto, il gruppo promotore della petizione “bimbi e ragazzi gratis in tutti i mezzi pubblici” che raccolse 10 000 firme in poche settimane, è però perplessa: si poteva sicuramente fare di meglio, anche perché così si svantaggiano le famiglie monogenitoriali o con più bambini. Inoltre non tutte le regioni aderiscono (l’Emilia Romagna non aderisce, non si sa per quale strano motivo), e si crea una spezzettatura di offerte assurde in tutto il territorio nazionale, oltre ad una persistente mancanza di integrazione tariffaria.

Quali mete?

Tra le mete più facilmente visitabili senz’auto, ci sono le Alpen Pearls con varie località montane (non solo italiane ma anche della Svizzera, Slovenia, Austria…) facilmente raggiungibili senz’auto, e che danno tutta una serie di agevolazione ai turisti per muoversi coi mezzi pubblici. 21 località turistiche provenienti da 5 paesi alpini, alle Alpe Cimbre, alla Val di Funes, alla valle del Renon, (in Trentino Alto Adige) fino a Cogne, e ai piccoli villaggi senz’auto come Ceresole Reale, Chamois (in val d’Aosta).

Un progetto che sarebbe interessante proporre anche per gli Appennini, dove invece purtroppo la rete dei trasporti pubblici non è affatto capillare. Oltre ad associazioni storiche  che si occupano di incentivare il turismo slow (come la rete Amodo -Associazione Mobilità Dolce), è da poco nato il sito Turismo senz’auto che consiglia mete (dal mare alla montagna) facilmente raggiungibili senz’auto. All’interno di questo sito, troverete alcuni alberghi e residence che incentivano i viaggiatori senz’auto con uno sconto sul pernottamento [La lista completa si trova nel blog ideato da Roberto Luffarelli, turismosenzauto.jimdo.com].

Un esempio è il progetto portato avanti da Roberto Luffarelli a Villetta Barrea, nonostante la difficoltosa raggiungibilità del Parco Nazionale dell’Abruzzo. Nell’entroterra, purtroppo, molte linee secondarie sono state tagliate negli anni e la combinazione treni-bus lascia molto a desiderare.

Una importante richiesta, potrebbe essere quella di non far pagere le tasse di soggiorno a chi arriva senz’auto.

Anche il Cicloturismo deve ripensarsi. Monica Price, originaria degli Stati Uniti, vive a Faenza ed è responsabile di due tour operator internazionali (BikesPLUS SRL-FC): “Muovevamo persone da ogni angolo del globo per fare cicloturismo in Europa: dal lockdown abbiamo avuto una contrazione del 100% . Abbiamo così deciso di concentrarci per la prima volta sul territorio nazionale.”

Ecco così la creazione in poche settimane, di percorsi per famiglie (www.pedaliamoinitalia.it) e altri piccoli tour locali con bici a noleggio nel territorio romagnolo (trat tour).  Insieme ad altri 50 Tour Operator italiani fonda Active Italy , un turismo attivo, sostenibile e locale per esplorare con lentezza (a piedi, in bici, treno+bici), i nostri territori!

Del resto è proprio questo il motivo per cui il Movimento per la Decrescita Felice organizza ogni anno il Bike Tour della Decrescita, che quest’anno esplorerà in 10 giorni il territorio che va da L’Aquila a Camerino, incontrando le realtà che hanno fatto della marginalità la loro forza e che, nonostante le difficoltà logistiche, i terremoti e le sirene della città e dell’industrializzazione, stanno dimostrando la maggiore resilienza della vita nelle nostre montagne rispetto alla “normalità” cui oramai molti non vogliono più tornare.

(*) Socio MDF e membro del Gruppo Tematico Ecomomia&Decrescita

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