Di Karl Krähmer – MDF Torino

 

E’ stato un incontro quasi fortuito quello fra Movimento per la Decrescita Felice e Altri Mondi, progetto teatrale della compagnia SemiVolanti, composta da attori che sono anche attivisti ambientali. Da quell’incontro è sbocciata una collaborazione che dura da ormai quattro anni. Ne ripercorriamo le tappe in questa intervista a Valerio Gatto, amico e compagno di tante avventure.

 

Ciao Valerio! Insieme a Guido avete creato il progetto teatrale Altri Mondi Bike Tour della compagnia SemiVolanti. Ci vuoi raccontare brevemente com’è nata e con quali intenzioni? Se ricordo bene, un ruolo importante l’ha avuta l’occupazione del Teatro Valle, giusto?

Ciao Karl! Stavamo al Teatro Valle Occupato insieme a Guido Bertorelli quando siamo rimasti folgorati dal “Libro dell’ignoranza sugli animali”  di due divulgatori della Bbc che in maniera divertente aprono la prospettiva sulle società degli animali, le loro tecnologie, i diversi tipi di linguaggio che hanno sviluppato, tutto presentato in una maniera leggera e scanzonata. Poi al Valle organizzammo una serata di sostegno per il movimento “Salvaiciclisti” e quando vidi tutte quelle bici sul palco pensai “Ma se portiamo il teatro in giro in bici e raccontiamo le storie stupefacenti del nostro pianeta?”. Chiaramente il Valle per noi fu come vedere il santo Graal, un luogo fertile, attraversato, un futuro possibile che ancora ci risuona dentro a distanza di 7 anni.

 

Ormai noi ci conosciamo da quanto? Cinque anni, giusto? Mi ricordo che ci siamo sentiti quando stavamo organizzando la seconda edizione del Decrescita Bike Tour, nel 2017. Non riesco mai bene a riepilogare com’è successo ma ricordo benissimo che a un certo punto avevamo visto la descrizione del vostro primo viaggio in Sicilia (dove anche noi eravamo appena stati con la prima edizione sperimentale del bike tour) e che abbiamo pensato: “Wow, che bello! Chissà se mai questi super fighi ci risponderanno?” E invece poi è andata subito alla grande. Voi siete venuti a pedalare con noi da Ancona a Siena e siamo diventati i vostri più grandi fan agli spettacoli fatti durante il tour. Ma soprattutto man mano tu sei diventato un’indispensabile coorganizzatore del Decrescita Bike Tour ed ormai non si può più pensare senza Altri Mondi e il vostro spettacolo pedalante. Come la vedi?

Eh si, ci conosciamo da 5 anni. Devo dire che ormai quando presentiamo Altri Mondi Bike Tour in giro, ormai parliamo del nostro Bike Tour della Decrescita perché siamo diventati una cosa sola. Tutto è nato da quella telefonata che tu mi hai fatto per invitarci a fare una sessione di comunicazione-guerrilla nei primi giorni del 2° Bike Tour della Decrescita. E lì ci è venuto naturale pensare “Forti questi, ma se pedaliamo con loro e facciamo lo spettacolo lungo le tappe?”. La cosa che ci ha accomunato subito e che ci fa stare insieme, è lo spirito costruttivo e critico, cercare di raccontare le buone pratiche ambientali, mostrare che si possono realizzare e che si può vivere con un altro modello di sviluppo. E in questi anni ne abbiamo viste di persone illuminanti.



Ora però siete in procinto di uscire con il vostro nuovo spettacolo, SIAMO MOLTITUDINI, sulla vita batterica su di noi – o forse meglio, che ci costituisce. L’umano come collettivo batterico insomma. Credo che poi il bello di questa narrazione, super scientifica tra l’altro, in una prospettiva di decrescita sia l’enfasi della nostra dipendenza dagli altri. Altri che sono sia umani sia esseri di altre specie di tutti i tipi. Noi esistiamo grazie alla vita degli altri. Un’immagine quindi di cooperazione radicalmente opposta all’idea dominante di un individualismo tutti contro tutti, del sempre più, sempre più veloce, sempre meglio. O pensi che ci faccia su troppe interpretazioni?

Hai colto esattamente il punto. Sono anni che leggiamo molti autori e un punto fermo è stato Telmo Pievani e i suoi colleghi evoluzionisti. Darwin, che è stato un genio dalle grandi intuizioni, ha sempre parlato della selezione tra le specie in base alla loro capacità di adattarsi, di cambiare a seconda di come cambia il contesto, l’ambiente in cui si vive. I positivisti, gli economisti di fine 1800 hanno volutamente forzato la sua visione e hanno parlato di vittoria nella competizione tra il più forte. Ma è stato un grande inganno che ci portiamo appresso. L’altro gigantesco non detto è che uno dei motori portanti dell’evoluzione è la collaborazione, la simbiosi, la cooperazione fra gli elementi della stessa specie e anche fra specie diverse. Pensa alla scambio continuo che avviene fra piante e insetti impollinatori, due regni diversi che invece si parlano tra loro.

Quello che ci ha affascinato del mondo dei batteri e dei microorganismi è proprio l’enorme interdipendenza che c’è fra loro. La capacità di creare ecosistemi complessi, di creare macro comunità, di essersi inseriti in qualunque corpo vivente e aver instaurato delle simbiosi imprescindibili per la vita. La loro è una relazione fra batteri diversi che creano simbiosi con degli organismi diversi.

 

Che cos’altro ci vuoi raccontare del vostro nuovo spettacolo?

Ad un certo punto mentre studiavamo i batteri ci è cascata la mandibola per lo stupore: i batteri hanno una grande capacità di mutare e di riprodursi come se fossero dei Lego. Quando non gli servono dei pezzi di Dna con delle funzioni specifiche, a causa del cambiamento dell’ambiente, semplicemente si staccano dei geni e li lasciano in giro. Geni che poi verranno presi da qualche altro batterio che li ritiene utili e se li riassemblerà. Insomma non esiste lo spreco, non esiste il rifiuto, ma una continua trasformazione.

Poi c’è il macro tema di quanto i batteri siano fondamentali alla nostra vita di tutti i giorni e di come uno squilibrio del microbiota, la cosidetta flora intestinale, può provocare un gran numero di malattie. Penso che dovremmo andare di più a scuola da loro.

 

Come MDF ci crediamo molto nel vostro progetto teatrale e abbiamo deciso di dare una piccola mano economicamente al nuovo spettacolo. Ma molto più importante, penso, sia la nostra idea di collaborazione nell’organizzazione degli spettacoli: abbiamo pensato che i nostri circoli territoriali possono essere un importante base per organizzare degli spettacoli – e dall’altra parte il vostro spettacolo ovviamente può essere un bel supporto per i circoli nel raggiungere pubblici diversi. So che già ci sono state un paio di esperienze di questo tipo, ce ne vuoi parlare? E, sperando che a un certo punto usciremo da questa pandemia, come la vedi, ci sarà proprio un bel tour del nuovo spettacolo coi circoli?

Grazie innanzitutto per la fiducia e la fratellanza che si è creata in questi anni tra di noi. Non è mai scontata ed è sempre preziosa quando dura degli anni. Incrocio le dita ma sono convinto che lentamente le cose ritorneranno simili a come le avevamo lasciate prima della pandemia. Ci piacerebbe molto fare un tour per i circoli. E’ già iniziata una collaborazione 3 anni fa con il circolo di Brescia e stavamo per avviare un mini tour tra Torino, Padova e Cuneo poi la pandemia ha bloccato tutto e tutti. I nostri spettacoli per il linguaggio e le tematiche che usiamo riescano a toccare un pubblico molto trasversale: dal ragazzo all’anziano, dall’ambientalista al curioso. Per cui riuscire ad essere ospiti dei vostri circoli sarebbe un ottimo modo per sensibilizzare persone diverse.

 

A proposito di pandemia, visto che vi siete tanto occupati di microorganismi, che ne pensi di questa situazione?

Lo sguardo che ci ha dato lo studio comparativo tra diverse discipline scientifiche ci ha permesso di vedere il pianeta e le specie viventi con un occhio più distaccato nel tempo e nello spazio. Con Guido, nelle nostre chiacchiere post spettacolo, ce lo dicevamo che una pandemia era possibile, perché è un fenomeno naturale ciclico, ce ne sono state già molte, molti salti di specie, molte pandemie su altri animali.

Quello che invece stiamo capendo sempre di più, è che i virus ci sono sempre stati, sono pezzi fondamentali del nostro Dna, sono molto più antichi di noi (stiamo parlando di miliardi di anni) e si sanno adattare enormemente bene. Possiamo trarne una grande lezione: studiamo di più il mondo che ci circonda, siamo appena all’inizio. E poi dobbiamo ricordarci che siamo una specie giovane in una fase adolescenziale semidistruttiva. Se vogliamo diventare adulti dobbiamo smettere di sentirci i proprietari di questo Globo Blu e invece organizzare la società affinchè gli effetti collaterali delle nostre attività siano meno impattanti possibili e al tempo stesso dobbiamo accudire di più le persone che abbiamo attorno a noi.

 

Grazie mille Valerio! Chi ti∕vi vuole conoscere, basta che venga a pedalare con noi! E ovviamente condivideremo anche altre date del vostro spettacolo appena si potrà!

E chi invece vuole viaggiare con noi, Valerio, Karl e tanti altri, si può iscrivere al Decrescita Bike Tour 2021: anche lì ci sarà occasione di vedere lo spettacolo!

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