Gli scontri del 14 dicembre e l’altra Italia

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Poteva essere una giornata che avrebbe cambiato la storia di un Paese. Invece quelli che lo avevano sperato sono stati definiti “ingenui”. Il Governo si è salvato per tre voti, e la campagna acquisti ha funzionato per un pelo. Poco prima delle 14.00 di ieri la Camera ha approvato la fiducia al Governo con 314 voti favorevoli e 311 contrari. Nelle strade delle città italiane piene dalla mattina di giovani, lavoratori, immigrati, cittadini esausti, la marcia verso una possibile svolta è diventata protesta accesa. A Roma gli scontri più violenti.

La propaganda economica

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La propaganda economica non conosce soste, un giorno cresce il Pil, il giorno successivo aumentano i consumi, un altro la fiducia dei mercati e un altro ancora si pubblica la percentuale di mutui non pagati del 2007, di prima della crisi, come se fossero attuali. Le balle economiche sono assolutamente bipartisan, sia sui giornali debenedettiani che in quelli di osservanza berlusconiana e confindustriale, con la copertura quotidiana dell’artiglieria pesante delle televisioni di Raiset. Il cittadino si sente in colpa, è lui che è disoccupato, non l’economia che va a picco.

Dopo la trasmissione di report di ieri sera

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Finalmente in tv, grazie ad un ottimo reportage di Michele Buono e Piero Riccardi, sono stati esposti diversi temi a noi particolarmente a cuore. Un esposizione chiara ed organica per far cominciare a comprendere che l’alternativa c’è e va intrapresa al più presto.

Eccovi il link se vi siete persi la puntata di ieri sera:
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-d34b9d93-2ee7-4728-bde2-9e8c1358254a.html

Consumatori difettosi

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Un’automobile che viaggia. A bordo c’è solo il tachimetro che segna la velocità, e basta. Niente spie del carburante, dell’olio, nessun indicatore per segnalare una gomma bucata, un guasto del motore, uno sportello chiuso male. I passeggeri a bordo sono soddisfatti quando la velocità aumenta ma nessuno saprà mai che il viaggio finirà perché il carburante sarà esaurito o il motore si sarà fuso senza più olio. La nostra società viaggia allo stesso modo. Il Pil, il prodotto interno lordo, è l’unico indicatore che gli stati utilizzano per la contabilità nazionale.

Chi resiste al peccato dei rifiuti

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Va sostenuto il movimento che nel Napoletano denuncia i traffici di rifiuti tossici e si batte per la raccolta differenziata contro la logica degli inceneritori e delle discariche. C’è in gioco la salute. Anche delle generazioni future.
È incredibile vedere Napoli, una città così bella, di nuovo sommersa dai rifiuti. Mi sento di affermare che oggi Napoli è in stato di peccato mortale. Avevo già detto questo di Nairobi, capitale del Kenya, dove 3 dei 4 milioni di abitanti sono costretti a vivere in baracche, disseminate su 2,5% del territorio cittadino.