Un convegno sulla genesi della Strategia di Bioeconomia, sulle opportunità e i rischi connessi, e sugli scenari che si profilano all’orizzonte. È l’appuntamento che si terrà il 25 settembre a Roma.

La teoria di bioeconomia di Georgescu-Roegen è un paradigma epistemologico, fondato sulla termodinamica, che promuove un’economia compatibile con la vita della natura e capace di coniugare le scienze sociali con quelle naturali, il lavoro con l’ambiente. Ma fino a che punto le sempre più diffuse proposte – anche istituzionali – che richiamano la bioeconomia sono veramente conformi al paradigma originale? E fino a che punto esse rappresentano una reale via d’uscita dalle crisi parallele di ecologia ed economia? Sono alcune delle domande su cui si sviluppa un confronto fra molte voci disciplinari, sulle conseguenze che la (tuttora poco conosciuta) “Strategia Europea di Bioeconomia” può avere sulla vita dei territori: appuntamento il prossimo 25 settembre a Roma presso la sede della Società Geografica Italiana (Villa Celimontana, Via della Navicella 12). Sarà possibile seguire la conferenza anche via web.

Da alcuni anni a questa parte, nel mondo della politica e dei media avanza a passo sostenuto la bioeconomia, come nuova frontiera dell’economia “verde”. Il principale riferimento è la Strategia “Innovating for Sustainable Growth: A Bioeconomy for Europe” della Commissione europea (presentata nel 2012, revisionata nel 2017 e aggiornata nel 20181).

Nel documento si sancisce la sostituzione delle fonti fossili con la biomassa, connessa strettamente all’uso delle biotecnologie, con il triplice obiettivo di affrontare globalmente le quattro principali sfide sociali interconnesse (sicurezza alimentare, scarsità di risorse naturali, dipendenza dalle risorse fossili, cambiamenti climatici); raggiungere una crescita economica sostenibile, e, infine, offrire una soluzione alla crisi industriale.

Nell’aprile 2019 la Banca europea per gli investimenti e la Commissione europea hanno annunciato un finanziamento di quasi 1 miliardo di euro per i settori dell’agricoltura e della bioeconomia in Europa. All’inizio di dicembre 2019, il 95% del finanziamento è stato impegnato in prestiti bancari intermediati in Italia, Francia e Grecia.

Come noto la produzione di biomassa su larga scala come sostitutivo delle energie fossili necessita di vaste superfici di suolo. Tuttavia, questa necessità, collegata ai tre obiettivi della Strategia Europea di Bioeconomia, desta preoccupazione per i suoi potenziali impatti territoriali a scala sia locale sia globale, quali: il consolidamento del modello estrattivista in economia (con conseguente ulteriore apertura del ciclo biogeochimico del carbonio); il diffondersi della logica industriale e di sfruttamento insostenibile delle risorse naturali (in primis in campo selvicolturale e agronomico) e la concentrazione della proprietà della terra secondo un trend di lungo corso a scala europea e mondiale. Un fenomeno, quest’ultimo che preoccupa anche l’ONU e che recentemente è stato denunciato dalla relatrice speciale sul diritto all’alimentazione, Hilal Elver, in seguito alla sua missione in Italia del gennaio 2020.

Del resto, anche il documento di “Strategia nazionale per la bioeconomia” (Presidenza Consiglio, 2016) insieme alle opportunità, rileva una serie di sfide e aspetti negativi sul piano ambientale legati all’importazione di materie prime, nonché verso “il sovrasfruttamento e la creazione di impliciti trade-off tra la mercificazione e la conservazione delle risorse naturali”.

La Strategia nazionale – promossa nel 2016 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e predisposta dai Referenti di quattro Ministeri (MIPAFF, MIUR, MISE, MATTM), dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dall’Agenzia per la coesione territoriale e da alcuni Cluster tecnologici nazionali – è stata approvata nel 2017 (BIT I), mentre lo scorso maggio è stata presentata la BIT II, attualmente aperta a commenti e suggerimenti.

In gioco c’è una posta altissima che riguarda i sempre più evidenti cambiamenti climatici, il diritto all’autonomia alimentare, l’equilibrio ecosistemico, la salvaguardia delle matrici vitali e dei sistemi socio-economici locali. E il dibattito all’interno del mondo accademico e scientifico è più che mai acceso.

Di tutto ciò si parlerà venerdì 25 settembre, dalle ore 9.30. Obiettivo del convegno è l’elaborazione di un documento di valutazione della Strategia di Bioeconomia della Commissione Europea, nonché di valutazione e indirizzo della Strategia di Bioeconomia nazionale da diffondere all’interno del mondo accademico e scientifico che esprima osservazioni e raccomandazioni da inviare alla Commissione Europea, agli Stati membri e al governo italiano nonché una pubblicazione divulgativa finalizzata agli studenti e al più vasto pubblico.

PROGRAMMA

9:30 – 10:00

Accoglienza e registrazione

10:00 – 10:45

Saluti e apertura dei lavori. Claudio Cerreti, Presidente della Società Geografica Italiana

Introduzione. Massimo Blonda, Biologo, IRSA-CNR, Margherita Ciervo. Geografa, Università di

Foggia, Daniela Poli, Urbanista, Università di Firenze

La Strategia di Bioeconomia in Italia. Rappresentante del Coordinamento della “Strategia Italiana

per la Bioeconomia” promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (invitato)

10:45 – 12:45 Prima sessione

Inquadramento della Strategia di Bioeconomia e scenari

1. La Bioeconomia. Inquadramento storico ed evoluzione concettuale, Alida Clemente, Storica, Università di Foggia

2. La Strategia di Bioeconomia e gli scenari geopolitici, Margherita Ciervo, Geografa, Università di Foggia

3. La Strategia di Bioeconomia: opportunità o rischio globale per le economie locali?, Giuseppe Celi, Economista, Università di Foggia

4. La Strategia di Bioeconomia, paesaggio e patrimoni territoriali: quali scenari?, Daniela Poli, Urbanista, Università di Firenze, Comitato Scientifico Società dei territorialisti e delle territorialiste

5. Le conseguenze costituzionali della Strategia di Bioeconomia, Michele Carducci, Costituzionalista, Università del Salento, Coordinatore CEDEUAM-RED CLACSO

12:45-13:15 – Dibattito

13:15-14:30 – Pausa pranzo

14:30-17:00 Seconda sessione

Strategia di Bioeconomia: impatti su matrici vitali, salute e comunità territoriali

1. I cicli biogeochimici come riferimento per le valutazioni di sostenibilità, Gianni Tamino, Biologo, Comitato Scientifico di ISDE, International Society of Doctors for Environment

2. Impatti sulla biodiversità, Giovanni Damiani, Biologo, Presidente Gruppo Unitario per la Difesa delle Foreste Italiane, già Direttore Generale ANPA e Direttore Tecnico ARTA

3. Impatti sulle risorse acqua e suolo, Angelantonio Calabrese, Biologo IRSA-CNR 4. Impatto sulle foreste: Bartolomeo Schirone, Biologo forestale, Università della Tuscia, Società Italiana di Restauro Forestale

5. Impatti sul clima e del clima, Massimo Blonda, Biologo IRSA-CNR, già Direttore Scientifico ARPA Puglia, Fondazione di partecipazione delle Buone Pratiche

6. Impatti sui sistemi agro-alimentari e sulle comunità locali, Fabio Parascandolo, Geografo, Università di Cagliari

7. Impatti sulla salute, Patrizia Gentilini, Oncologa, ISDE, International Society of Doctors for

Environment

17:00-17:30 – Dibattito

17:30-17:45 – Conclusioni, Massimo Blonda, Biologo, IRSA-CNR, Margherita Ciervo, Geografa,

Università di Foggia, Daniela Poli, Urbanista, Università di Firenze.

PER PARTECIPARE:

va inviata richiesta di accredito al seguente indirizzo: conferenza.bioeconomia2020.roma@gmail.com.

Nel rispetto delle vigenti regole sulla distanza di sicurezza la Società Geografica italiana ha previsto di mettere a disposizione quaranta posti per seguire in presenza i lavori. Pertanto, una volta raggiunto il numero massimo non sarà più possibile accettare altre prenotazioni.

Per seguire, invece, l’evento in modalità di collegamento telematico, basterà collegarsi al sito della Società Geografica Italiana (www.societageografica.it  ) e cliccare sul link indicato.

di Terra Nuova

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